Coronavirus, Luca Parmitano ritratta: “Sapevo a novembre nello spazio? Mi sono confuso”. Che guaio per Conte

A mettere sempre più in difficoltà Giuseppe Conte, e in modo piuttosto clamoroso, le parole di Luca Parmitano, AstroLuca, l’astronauta italiano. Già, perché ha spiegato chiaro e tondo che lo scorso novembre, quando si trovava nello spazio, sapeva del coronavirus. Ben prima che la Cina dichiarasse i primi morti e i primi contagi. Di seguito, le precise parole pronunciate al Tg2 il 9 maggio 2020: “Sulla stazione abbiamo seguito quello che stava succedendo sulla Terra: anche prima del mio rientro, già a novembre, eravamo al corrente di questo probabile contagio pandemico e soprattutto la gravità che si andava allargando a macchia d’olio proprio in Europa”.

Insomma, Parmitano sapeva. E per inciso lo aveva già lasciato intendere il 25 aprile, intervistato da Petrolio su Rai 1. Come facesse a sapere, è presto detto: la notizia aveva viaggiato dai servizi segreti americani a quelli italiani e dunque fino a lui, e poiché gli astronauti sono militari, in un modo o nell’altro, l’informazione è arrivata. Questo dimostra che la consapevolezza circa un’imminente pandemia era presente già a novembre. Questo significa che con discreta approssimazione Giuseppe Conte, già a novembre, avrebbe potuto sapere: la delega ai servizi fino a prova contraria è nelle sue mani. Insomma, certi ambienti avrebbero taciuto. Il resto, è storia. Una drammatica storia costellata da un indicibile numero di morti.

Come detto, parole che gettano ombre cupe su Giuseppe Conte e non solo. E forse proprio per questo, Parmitano ha provato a ritrattare: “Intorno alla fine della missione si parlava di varie crisi. Ho fatto confusione – ha spiegato l’astronauta – tra le diverse conversazioni. A bordo abbiamo appreso del contagio insieme al resto del mondo. Tutto questo è facilmente verificabile perché le comunicazioni sono registrate”. Un tentativo di smentita che in verit appare un poco goffo. Il giallo è servito e, ne siamo sicuri, ne sentiremo parlare molto a lungo…

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