Ue, Weber (Ppe): ”Controlli rigorosi su come Italia userà gli aiuti”

Da un lato evitare nella maniera più assoluta l’Italexit, cioè la possibile uscita dell’Italia dall’Unione europea. Dall’altro aiutare finanziariamente Roma, controllando tuttavia come il governo italiano utilizzerà i soldi che arriveranno dall’Europa.

È questa la linea portata avanti dal capogruppo del Partito Popolare Europeo, Manfred Weber, in merito al sostegno economico che Bruxelles darà a tutti i Paesi membri dell’Ue, Italia compresa, per superare la crisi economica provocata indirettamente dal Covid-19.

Nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano Die Welt, ripresa poi da Repubblica, Weber è andato dritto al punto: ”Dobbiamo aiutare finanziariamente l’Italia, che è particolarmente colpita dal coronavirus. Un’Italexit sarebbe ancora peggio di una Brexit: sarebbe la fine dell’Ue. E poi l’Europa non può permettersi di nuovo una generazione perduta”.

Evitare l’Italexit

La Commissione europea presenterà la sua proposta sul Fondo per la ricostruzione, uno degli strumenti messi sul tavolo da Bruxelles per ridare ossigeno ai Paesi membri. Si tratta di un aiuto importante, che supererà i mille miliardi di euro. Qui Weber è emblematico: questi soldi dovranno essere investiti ”nella costruzione del futuro dell’Europa” e non per risolvere ”problemi vecchi”.

Scendendo nel dettaglio, Weber cita tre possibili destinazioni esemplificative di quei denari: investire ”in una rete 5G europea”, nello ”sviluppo di un nuovo tipo di aereo” capace di ridurre le emissioni di CO2 e in ”metodi innovativi per combattere le malattie”.

Il capogruppo del Partito Popolare Europeo torna quindi a parlare dell’Italia: ”Per molto tempo ha espresso uno dei più alti livelli di adesione all’idea d’Europa. Oggi, soltanto il 27% degli italiani afferma di avere fiducia nell’Ue”. Tradotto: dobbiamo aiutare Roma a invertire questo trend dando ai giovani dei Paesi meridionali del continente ”riconoscimento, autostima e futuro”.

Alla domande se l’aiuto di Bruxelles abbia dei limiti, Weber ha risposto citando Robert Schuman: ”Si può amare l’idea di Europa solo praticando la solidarietà”. Chiaro il riferimento alla Germania: ”Dobbiamo finalmente essere disposti a mettere da parte gli egoismi nazionali. Se ognuno continuerà a cercare di cavarsela per conto suo, ben presto all’Europa verrà a mancare l’aria. Siamo a un bivio”. Già, perché neppure Berlino ”uscirà bene da questa crisi se il resto d’Europa sarà fra gli sconfitti”.

Controllare come verranno usati i soldi

Arriviamo così al cuore dell’intervista. ”Non deve accadere che Paesi come l’Italia o la Spagna utilizzino gli aiuti miliardari del fondo per la ricostruzione per tappare i buchi di bilancio o pagare le pensioni”, ha tuonato Weber. Servono quindi ”controlli rigorosi” per garantire che il denaro ”venga speso correttamente”. Ecco perché servono ”progetti Ue chiaramente definiti” e un ”rafforzamento delle strutture europee di vigilanza”.

A proposito di controllo, non bastano i dati messi a disposizione da ogni Paese. Secondo Weber è quanto mai necessario che il Fondo per la ricostruzione ”sia controllato e approvato dal Parlamento europeo”. Non solo: il politico tedesco cita anche la Corte dei conti europea, la Commissione europea e il Parlamento, i quali ”dovrebbero avere la possibilità di una verifica diretta” così da poter ”accedere alle prenotazioni dei vari Paesi per l’utilizzo dei miliardi provenienti dal fondo per la ricostruzione”.

il giornale.it

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