Prove tecniche di regime: a Roma manifestanti trattati peggio dei mafiosi

Uno spiegamento di mezzi così non si vedeva dagli anni di piombo. Le immagini che circolano in Rete il giorno dopo il flash-mob delle Mascherine tricolori (qualche centinaio di manifestanti) fanno impressione. E viste dall’alto rendono l’idea di una repressione smisurata. E immotivata. Decine di auto della polizia e dei carabinieri. Blindati e addirittura un elicottero. Il Viminale ha schierato un numero di uomini e di reparti spaventoso davanti ai pacifici manifestanti (tra loro molte donne). Gipponi, celerini, carabinieri in agenti antisommossa, Digos, funzionari in borghese. Mancavano solo Superpippo e gli Avengers.

Una “potenza di fuoco”, per dirla alla maniera del premier Conte, spropositata davanti a chi ha aderito alla protesta contro il governo. Hanno infatti risposto all’appello a ritrovarsi compostamente e nel rispetto delle prescrizioni in piazza del Popolo. A portare scompiglio, però, ci hanno pensato le forze dell’ordine. Come emerge dai video, con le loro camionette hanno sospinto i manifestanti uno verso l’altro mentre si dirigevano in piazza e alla fine manifestazione li hanno bloccati in una via laterale, provocando di fatto un assembramento.

ll racconto di uno dei manifestanti

“Avevamo dato pubblicamente appuntamento a commercianti, ristoratori, partite iva e lavoratori dipendenti in Piazza del Popolo a Roma. La protesta, come già avvenuto nelle settimane scorse era pacifica e i manifestanti, nonostante l’alta partecipazione, si tenevano a distanza di sicurezza. Mentre ci dirigevamo verso le macchine e le fermate metro più vicine – ha spiegato il movimento – siamo stati chiusi ad imbuto da due ingenti schieramenti di polizia e carabinieri in assetto anti-sommossa che hanno creato di fatto un assembramento”.

“Mai viste così tante forze dell’ordine a Roma, solo per tappare la bocca a chi protesta contro un governo abusivo che non dà risposte ai cittadini”, commenta l’autore di un video ripreso mentre la polizia ferma i “pericolosi” manifestanti.

“Le forze dell’ordine ci hanno chiuso la strada bloccando entrambi i lati con militari in assetto anti-sommossa. Chiedendo i documenti ai partecipanti e minacciando sanzioni e pene esemplari. Più che l’Italia – ha denunciato uno dei partecipanti – sembra la Cina”.

Neanche si può dire che siano stati trattati come mafiosi. Perché, di questi tempi, il governo li rimanda a casa. Tu chiamale, se vuoi: prove tecniche di regime.

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