La mappa del contagio: ecco i quartieri di Milano dove il virus è più forte

Milano si è tinta piano piano di rosso. La città ha cominciato in sordina e in poco tempo l’emergenza Covid-19 si è allargata toccando vari quartieri cittadini.

Milano, che conta 1,4 milioni di residenti, accoglie quotidianamente un altro milione di pendolari. I più colpiti risultano essere i quartieri a Nord e le periferie rispetto alle zone centrali. In Centro si registrano invece pochi casi. Bresso è stato il primo focolaio dove oggi ci sono 293 contagi su 26mila abitanti. Poi è toccato ad Affori, Niguarda e Bruzzano, praticamente confinanti con Bresso. Come sottolineato da Repubblica, il virus è molto presente anche a Quarto Oggiaro, Crescenzago, De Angeli e Baggio. In mezzo a questi quartieri si trova il tristemente noto Pio Albergo Trivulzio, finito sotto indagine per le troppe morti tra i suoi anziani ospiti.

L’Unità operativa di Epidemiologia dell’Ats metropolitana di Milano ha fotografato l’epidemia in città e nell’area metropolitana, andando a scovare i luoghi dove il Covid ha trovato casa e anche come è riuscito a insediarsi. Vittorio Demicheli, direttore sanitario di corso Italia ed epidemiologo della cabina di regia che monitora la Fase 2, ha spiegato che “Rispetto ad altre grandi città europee, Milano ha retto, anche grazie al lockdown che ha permesso di ridurre gli spostamenti e l’utilizzo del trasporto pubblico. Nelle epidemie è come se si raggiungesse una soglia, oltre la quale i contagi avanzano in modo rapido, esponenziale: a Milano quella soglia, per fortuna, non è stata ancora raggiunta. Non è detto, però, che questo non avvenga in futuro: per questo la guardia non si deve abbassare, la situazione rischia di essere ancora in bilico”.

In poco tempo il virus ha raggiunto Milano

In Regione il coronavirus continua a esserci. La mappa disegnata rende bene l’idea. Differenti le fasce di contagio a seconda dei quartieri, ognuna di colore diverso, creata sulla base del codice di avviamento postale dei contagiati. Si parte da un giallo chiaro che appare dal mese di gennaio, nell’area metropolitana e lodigiana, per passare poi, tra il 17 e il 18 febbraio, a un rosso scuro, esattamente due giorni prima della diagnosi di contagio del paziente 1 a Codogno, nella provincia di Lodi. Il colore rosso medio compare man mano a macchia di leopardo, fino a raggiungere la città all’inizio di aprile, toccando Baggio, De Angeli, Affori, Niguarda, Comasina, Crescenzago, Quarto Oggiaro.

In poco tempo, proprio a Milano, i positivi raggiungono un tasso compreso tra 7 e 10 casi ogni mille soggetti. Lorenteggio, Sant’Ambrogio, Chiesa rossa, Navigli, Tibaldi, corso Lodi, Corvetto, Calvairate, Santa Giulia, Porta Romana, Forlanini appartengono invece alla fascia tra 6 e 7 casi ogni mille persone. Tra 4,5 e 6 casi ogni mille abitanti si colorano di arancio chiaro Città studi, Porta Venezia, Parco Lambro e Lambrate, Garibaldi-Repubblica e Centrale, il Portello, Paolo Sarpi, il Gallaratese, San Siro e il Parco Trenno. Centro storico, corso Magenta, via Padova e il quartiere Adriano non vengono quasi toccati dall’emergenza.

In Centro città pochissimi casi

Carlo La Vecchia, epidemiologo della Statale ha spiegato che “ad essere risparmiate maggiormente sono le classi economicamente più agiate che vivono in centro cosa che ci aspettavamo perché succede spesso durante le epidemie. L’altro aspetto che si evince è che sono colpiti i quartieri nord, che sono a contatto con zone produttive, anche legate alla bergamasca, e anche questo potevamo aspettarcelo”. Oltre a Bresso, anche Cinisello Balsamo e Sesto San Giovanni registrano un grande numero di contagi. La Vecchia ha detto di non aspettarsi una seconda ondata a breve termine. Qualora ve ne fosse un’altra a lungo termine saremmo comunque più preparati ad affrontarla rispetto al passato.

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