Il governo vacilla sulla sanatoria degli immigrati: scontro M5S-renziani

No agli immigrati, ma no anche a un governo di responsabilità nazionale. “Non può esserci un altro governo oltre quello che c’è adesso, non è possibile pensare a ulteriori maggioranze, oggi c’è già un governo di unità nazionale che ha nella figura di Giuseppe Conte una personalità di garanzia”. Lo ha affermato Vito Crimi, capo politico M5S, ospite di ‘Mattino 24‘, su Radio 24 Il Sole 24 ore, ribadendo che “non è possibile pensare a ulteriori maggioranze, nuovi governi che siano tecnici, di unità nazionale…”.

Crimi dice no alla sanatoria degli immigrati

“Oggi c’è già il governo di unità nazionale nel quale siamo entrati con grande senso di responsabilità e facendo tanti sacrifici, quindi non vedo alternativa, questo è già il governo di unità nazionale a cui tutti fanno riferimento e che ha nella figura di Giuseppe Conte una figura assolutamente di garanzia”. Crimi ha poi sottolineato che anche dopo la sentenza dell’Alta corte tedesca sulla Bce, “continuo ad essere convinto dell’inutilità e della pericolosità del Mes, strumento non idoneo. E non ne avremo bisogno“.

Ma è sulla sanatoria dei 600mila immigrati, per mandarli a lavorare nelle campagne, proposta dal ministro renziano Teresa Bellanova, che il governo vacilla. Il no di Crimi è categorico.

La Bellanova minaccia le dimissioni

Il capo politico del M5S VIto Crimi blocca quella che definisce “la sanatoria in stile Maroni”.

“Emersione del lavoro nero e lotta al caporalato sono sempre stati i nostri cavalli di battaglia e continueremo a fare tutto ciò che serve ed è utile in questo senso che siano italiani o stranieri: il tema non è la regolarizzazione degli immigrati irregolari ma l’emersione del lavoro nero”.

Crimi passa ai diktat. “Se su quello vogliamo lavorare, e una parte dei testi che ho letto vanno in quella direzione, ok. Ma se come ho potuto leggere c’è anche una parte di testo di intenzioni di fare una sanatoria modello Maroni, noi non ci stiamo”.

La Bellanova minaccia le dimissioni. “La questione mi pone di fronte a una riflessione attentissima, per me è motivo anche di permanenza del Governo. Non sono qui a fare tappezzeria”.

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