La truffa dei sondaggi: ecco cosa dicono davvero i numeri su Conte e i partiti di governo

Roma, 5 mag – Da un paio di giorni i sondaggi, veri o falsi non importa, mandano in visibilio la sinistra. C’è forse una crescita del Pd? Un rialzo delle quotazioni per il resto delle “frattaglie” tipo Sinistra, Articolo 1 etc? No, niente di niente. Le rilevazioni confermano sostanzialmente il trend in discesa per Matteo Salvini e tanto basta a stappare lo champagne. Da domenica sera era circolato un sondaggio fasullo su Twitter dove il carroccio veniva dato addirittura al 20%, in caduta libera e sorpassato da un Pd redivivo. La realtà è ben diversa: nelle rilevazioni Swg pubblicate ieri dal Tg La7 di Mentana, la Lega cala di uno 0,9% e si attesta al 27,3% contro il 28,2 del 27 aprile.

Ora sarebbe bene ricordare un dato: le rilevazioni dei sondaggisti si basano su campioni limitati. Per capirci di solito Swg intervista 1200 soggetti maggiorenni. Tradotto in numeri significa che una variazione dell’1% equivale a 12 persone che rispondono in maniera diversa su 1200. Ergo per calare dello 0,9% basta che 10-11 persone rispondano in maniera differente. Il che non significa che le rilevazioni non abbiano una loro scientificità e una loro attendibilità parziale, ma fare come Next che titola “la Lega crolla ancora” perché dieci persone su 60 milioni hanno risposto in maniera differente ad un sondaggio sembra un tantino forzato.

I partiti di centrodestra hanno più consenso di quelli di governo
Fatta la dovuta precisazione numerica il sondaggio dimostra la costante crescita di Fratelli d’Italia che passa dal 13,8% al 14,9%, con una crescita di 1,1 punti che ricordano tanto quelli persi dalla Lega (il che dovrebbe indurre i compagni a riflettere prima di festeggiare). Anche Forza Italia cala di uno 0,8% attestandosi al 5,3 per cento delle preferenze, ma il dato complessivo del centrodestra resta solido: insieme Lega, FdI e FI raccolgono il 47,5% dei consensi. Non è la maggioranza assoluta d’accordo ma nemmeno bruscolini. Soprattutto se il dato viene confrontato con quello dei partiti di governo, che stando alla vulgata di Repubblica e compagnia godrebbe di una fiducia praticamente bulgara da parte degli italiani. Il Pd resta inchiodato al 20% (20,2 per l’esattezza contro il 20,3 di una settimana fa). I 5 Stelle crescono di uno 0,8% e arrivano così al 16,2%, tenendo a poco più du un punto di distanza il partito della Meloni. Magra consolazione per la principale forza parlamentare, capace di dimezzare i consensi in due anni. Immobili poi i dati dell’agglomerato di sinistra fermo al 3,3%, di Italia Viva di Renzi che ora scende al 3%, mentre Calenda con la sua “Azione” si colloca al 2,5%.

Il dato fasullo sulla fiducia nel governo
Insomma al netto della peggiore emergenza dal dopoguerra ad oggi lo scenario politico in termini di preferenze resta in realtà incredibilmente stabile, nonostante la narrazione che vorrebbe un Conte investito di un consenso larghissimo. Almeno questo è quello che ci racconta Repubblica: la rilevazione di Demos fatta su commissione del quotidiano fondato da Eugenio Sclafari è stata rilanciata un po’ da tutti con questo titolo: “Il 63% degli italiani ha fiducia nel governo“. Eppure basta andare sul sito del ministero dell’Interno dove vengono pubblicati tutti i sondaggi politico-elettorali per scoprire che la domanda posta a 1000 italiani (quelli intervistati da Demos) era un tantinello diversa: “Su una scala da 1 a 10 che voto darebbe in questo momento al governo Conte 2 nel suo insieme?”

Lo screenshot della domanda posta da Demos

Non è stato chiesto “lei ha fiducia nel governo sì o no?”, ma è stato chiesto di dare un voto. A questo punto su mille persone intervistate 630 hanno dato un voto pari a 6 o superiore. E’ corretto convertire questa notizia in “il 63% ha fiducia in Conte”? A nostro modo di vedere no, la domanda era diversa e il fatto che Repubblica, Il Fatto Quotidiano e Fanpage abbiano aperto con questa notizia è una mezza truffa.

Solo il 31% degli italiani ha fiducia nel governo?
Anche perché esiste un’altra rilevazione, realizzata da Tecnè per l’agenzia Dire (non certo di sinistra, parliamo di una agenzia fondata dall’addetto stampa di Berlinguer…) che non ha riscosso una grande attenzione mediatica, nonostante numeri in controtendenza con quelli sbattuti in prima pagina: il 65% degli italiani non ha fiducia nel governo. Cioè questa rilevazione, basata sul medesimo campione numerico (circa 1000 persone intervistate) ma con una domanda probabilmente più precisa, chiedendo agli intervistati se avessero o meno fiducia nel governo. Vediamo che al 30 aprile solo il 31,3% degli italiani dichiara di avere fiducia nel governo.

Dunque se io prendessi questi dati potrei titolare l’opposto di Repubblica e compagnia. Insomma come al solito i sondaggi vanno presi con le pinze, ma soprattutto è necessario indagare. Per capire cosa si nasconde dietro i titoloni dei giornali che tirano la volata a Giuseppi e soci.

Davide Di Stefano

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