La “strategia” di Boccia: bastone con la Calabria carota con le regioni Pd

Il bastone contro Jole Santelli, governatrice di Forza Italia della Calabria. La carota contro i presidenti delle giunte rosse di Campania, Emilia Romagna e Lazio.

Il governo alza la voce contro le regioni guidate dal centrodestra ma chiude un occhio su quelle amministrate dal centrosinistra. Da giorni il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia (Pd) monopolizza tv (ieri da Lucia Annunziata a Mezz’ora in più) e giornali per bastonare la presidente della Calabria Santelli. Quale accusa l’esecutivo giallorosso muove contro la governatrice azzurra? Aver varato un’ordinanza che riapre parzialmente (solo tavoli all’esterno) bar e ristoranti in una regione dove il coronavirus è praticamente sconfitto. Ma lo stesso governo (di cui fa parte il bastonatore Boccia) adotta una linea morbida contro tre governatori rossi (Vincenzo De Luca, Nicola Zingaretti e Stefano Bonaccini) che danno il via libera alla ripresa degli allenamenti (decisione che anticipata le linee guida del ministro dello Sport Vincenzo Spadafora) per le squadre di calcio. E dunque, più che una contestazione di merito contro la Regione Calabria sembra un’accusa di lesa maestà. Anche in Sardegna il governatore leghista Christian Solinas autorizza la ripresa delle attività sportive. La tentazione di punire solo il presidente del centrodestra c’è stata. Ma sarebbe stata una posizione (del governo) troppo sfrontata. Il pugno duro vale solo per Jole Santelli. Diventata negli ultimi giorni – nella narrazione del governo Pd-Cinque stelle – una pericolosa untrice. L’offensiva contro la governatrice della Calabria compie un salto di qualità: il ministro Boccia impugna l’ordinanza della Regione Calabria del 29 aprile che prevede l’apertura parziale di bar e ristoranti. Gli atti sono stati trasmessi come da prassi all’Avvocatura generale dello Stato. Dallo studio di Lucia Annunziata, Boccia spiega: «Le ho chiesto più volte di tornare indietro. Ancora, le ho inviato una lettera invitandola a tornare indietro che si è trasformata in diffida, e ieri ho trasmesso gli atti all’Avvocatura generale dello Stato». Alcune attività «devono restar chiuse perché vogliamo questa settimana definire le linee guida». Il ministro concede però margini di pentimento: «Santelli conosce bene le procedure, ha ancora tempo per ritirare l’ordinanza. Se non dovesse farlo, sa quello che succede». Ma Santelli non molla: «Confermo l’ordinanza su bar e ristoranti. Sono convinta dei presupposti, sono sicura che entro una settimana faranno esattamente la stessa cosa che ho fatto io. Mi dispiace che abbia preso questa ordinanza come un braccio di ferro». La governatrice della Calabria risponde al ministro Boccia anche in merito all’accusa sui pochi tamponi effettuati: «La Calabria ha fatto tantissimi tamponi, quasi un tampone ogni 55 persone. Mi sembra una polemica strana, i dati sono quelli che sono, abbiamo chiesto anche aiuto alla Campania per processarli». Boccia prova a motivare l’accanimento: «La Calabria è andata deliberatamente contro una indicazione chiara del governo per ragioni sanitarie. Il governo fa atti pensando alla salute e alla vita delle persone e a salvare i posti di lavoro. Che cosa succederebbe se in un ristorante, in un piccolo paese calabrese scoppiasse un focolaio? Ce lo perdoneremmo? Io dico no». E se il focolaio scoppiasse ora in un campo di calcio? Tra i calciatori che i governatori dem autorizzano ad allenarsi senza aspettare il parere del comitato tecnico scientifico. In Campania Vincenzo De Luca anticipa il governo autorizzando la ripresa degli allenamenti del Napoli. Nella regione Lazio Nicola Zingaretti, presidente della Regione e segretario del Pd, si comporta allo stesso modo. E l’ok agli allenamenti arriva anche in Emilia Romagna. Ma senza suscitare la caccia all’untore Bonaccini.

il giornale.it

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