L’allarme in Toscana: arrivata la vespa killer che stermina le api

Il coronavirus bastava e avanzava, ma ora un nuovo spauracchio vola nell’aria.

Ma attenzione, non rappresenta certo un pericolo per l’uomo, la salute e l’economia come il Covid-19. Ciò detto, si tratta comunque di una seria minaccia per l’apicoltura italiana, per l’esattezza di quella Toscana. Stiamo parlando della cosiddetta vespa killer, capace di sterminare le api e altri insetti impollinatori.

Il primo avvistamento italiano risale a due anni fa lungo il fiume Magra, in Versilia. Si tratta di un insetto di originale orientale, comunemente detto vespa velutina, dalle dimensioni di un calabrone.

Come puntualmente registrato dall’Agi, da quanto è arrivato in Italia ha cominciato a fare strage di arnie, ovvero i ricoveri artificiale dove vive la colonia di api domestiche dove, come nella struttura naturale dell’alveare, costruisce il favo (il raggruppamento di celle esagonali a base di cera d’api costruito dalle api per contenere le larve della covata e per immagazzinare miele e polline.

Il rischio permane tuttora e anzi si è aggravato, visto che alcuni esperti dell’Università di Firenze e Pisa- insieme ad alcune associazioni apicoltori – hanno rilevato nuove presenze del predatore di api e insetti impollinatori. La diffusione della vespa velutina non è cosa da poco, dal momento che può avere effetti devastanti non solo sull’apicoltura ma anche su ecosistema e biodiversità.

Ci si può comunque difendere e gli apicoltori del Belpaese e della regione tirrenica hanno posizionato le trappole all’interno delle stesse arnie. Ciò nonostante, il livello di guardia deve rimanere alto per tutto il comparto: “Già cinque avvistamenti a inizio stagione non sono un bel segnale”, ha spiegato la professoressa Rita Cervo, etologa nel Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze e professore associato di Zoologia, punto di riferimento della rete “Stop Velutina“.

Cervo ha aggiunto:”Il fronte avanza. In Liguria, zona di penetrazione in Toscana della vespa, la situazione è drammatica, sebbene la sua diffusione sia stata in qualche modo rallentata rispetto a quanto avvenuto in altri Paesi europei. Ora, dopo il focolaio di un anno fa a Massa, registriamo il primo avvistamento a Carrara”. “L’obiettivo è arginare il fenomeno. Noi, grazie agli apicoltori, facciamo monitoraggio per conoscere la sua localizzazione sul territorio e cerchiamo di sensibilizzare la gente comune al problema perché ci aiuti a controllare la diffusione di questa specie aliena attraverso segnalazioni”, ha continuato la zoologa, che in ultima battuta ha chiosato spiegando perché la vespa killer velutina è così pericolosa: “Essendo una specie aliena, e quindi un predatore che le nostre api non conoscono, queste non hanno ancora evoluto una strategia di difesa”.

il giornale.it

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