Il virus danneggia l’emoglobina e “ruba” ossigeno all’organismo. L’ipotesi della studiosa

Il Covid-19 danneggerebbe l’emoglobina, intaccando la sua capacità di trasportare ossigeno nell’organismo.

Sarebbe questo il meccanismo d’azione del nuovo coronavirus, secondo quanto ha spiegato la studiosa di farmacologia Annalisa Chiusolo, al Tempo.

Secondo l’ipotesi della scienziata, il coronavirus potrebbe compromettere la capacità dei globuli rossi di trasportare l’ossigeno, provocando complicazioni a livello polmonare, che potrebbero sfociare nella sintrome acuta respiratoria grave tipica del Covid-19. Per il momento, questo meccanismo è solamete un’ipotesi. Ma se questa tesi venisse confermata, si potrebbero spiegare molti punti ancora irrisolti, come la maggiore vulnerabilità degli uomini, in particolare diabetici, e il minor rischio per le donne in gravidanza e per i bambini.

Secondo questa tesi, il virus attaccherebbe l’emoglobina, la proteina che trasporta l’ossigeno nel sangue, per sottrarle la porfirina, che gli permette di sopravvivere e replicarsi. In questo modo, la disponibilità di ossigeno inizia a ridursi per l’organismo, favorendo l’accumulo di anidride carbonica e provocando danni a livello polmonare. Il tutto porterebbe a una risposta immunitaria esagerata (tempesta di citochine), che causerebbe l’infiammazione acuta.

Se il meccanismo d’azione del Sars-Cov-2 fosse questo, il valore dell’emoglobina potrebbe essere un parametro importante da considerare, per capire i rischi del virus. Negli uomini, questo valore è più alto rispetto alle donne: un dato che potrebbe spiegare perché la malattia colpisce maggiormente pazienti di sesso maschile. Inoltre, il valore dell’emoglobina è minore nelle donne in gravidanza e nei bambini: in questi casi, il “nutrimento” del virus sarebbe minore e la sua diffusione nell’organismo più contenuta. Al contrario, i pazienti con diabete presentano un valore più alto di emoglobina glicata, offrendo al virus maggiori possibilità di legarsi al corpo.

Questa teoria spiegherebbe anche la nascita di bambini sani da madri positive, perché l’emoglobina fetale lega l’ossigeno in modo molto più forte. Discorso simile anche per i malati di Beta-Talassemia, che hanno carenza delle catene “beta” dell’emoglobina, che costituirebbero il bersaglio del virus. Uno studio ha indagato il rischio di contratte il Covid-19 per i pazienti beta-talassemici, evidenziando 11 casi di beta-talassemici positivi al coronavirus, con altre patologie gravi: in nessun caso, il Covid-19 ha portato alla morte.

il giornale.it

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