“Conte ha detto sì al Mes”. Indiscrezione-bomba in arrivo da Bruxelles


“Ha detto sì, ma non sa come dirlo agli italiani”. L’indiscrezione-bomba sul Mes arriva da Bruxelles e la riporta l’informatissimo sito di informazione Dagospia, secondo cui il premier Conte avrebbe già dato il via libera. Il suo problema, adesso, sarebbe come dirlo a tutti coloro, gli italiani, a cui aveva giurato che mai e poi mai avrebbe accettato il Mes. Neanche quello light, che dovrebbe girare all’Italia circa 36 miliardi di euro.

Conte ostaggio delle sue promesse

“Il bla-bla si può interrompere, le supercazzole del sabato sera ormai non funzionano più: Conte ha detto sì al Mes, deve solo decidere quando e come comunicarlo al paese senza fare la figura del cazzaro con pochette, quello che sentenziava lo scorso 10 aprile: “L’Italia non ne ha bisogno”. Dagospia cita Gualtieri e Conte, che avrebbero capito che non possono fare a meno di quei 36-37 miliardi garantiti dall’ex Fondo Salva-stati. “L’allarme arriva da tutte le parti sociali, ma forse quello più serio è arrivato dalle associazioni dei commercianti al dettaglio che hanno rilevato un calo anche nell’acquisto degli alimentari”.

E il famigerato Recovery Fund? “Da Bruxelles stanno studiando come metterlo in piedi. Al momento il modello è il ”Fondo Juncker”, quello straccio bagnato che doveva costruire un’impalcatura di miliardi sulla base di pochi spicci (annamo bene), usando le strutture tecniche già esistenti della BEI per accelerare la faccenda”.

Non c’è un euro, resta solo il Mes…

I conti sono presto fatti, secondo l’informatore di Dagospia. “L’Italia ha sfondato i parametri di deficit e debito ma non ha ancora visto un centesimo dalle istituzioni europee. Conte sperava di avere un anticipo sul Recovery Fund nelle prossime settimane (anche Ursula era favorevole) ma i paesi del Nord fanno ostruzionismo su come metterlo in piedi. A Palazzo Chigi hanno esaurito le strade, e se ne è reso conto anche Di Maio… Bene, quel pasticcio comunicativo tra Giggino e ”La Stampa” sull”’essere pragmatici” nel negoziato europeo prelude proprio a questo: i soldi non ci sono e il Mes, per quanto potrà diventare un cappio domani, a oggi è l’unica soluzione per tirare avanti nei prossimi due mesi. Primum sopravvivere, deinde philosophari…”.

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