Di Maio, gaffe imbarazzante: “L’app Immuni segnala se ci avviciniamo a persone infette”

Roma, 24 apr – Qualcuno ha nostalgia delle gaffe di Danilo Toninelli? Nessun problema, i pentastellati sono in grado di sopperire, tirando fuori perle che neanche una fabbrica di Kinder Gransorpresa. Impareggiabile, a riguardo, è l’ex capo politico Luigi Di Maio. Mentre si affanna a sfogliare con pessimi risultati i manuali di diritto internazionale, il ministro degli Esteri ci rifila di tanto in tanto delle baggianate strepitose (si fa per dire, e ridere). L’ultima di queste, Di Maio l’ha tirata fuori ai microfoni di Sky Tg24, cercando di spiegarci a cosa dovrebbe servire l’app Immuni.

“Serve a permettere a un cittadino di avere una segnalazione nel caso in cui stia per entrare a contatto con un positivo”, ha dichiarato convinto l’esponente grillino. Non affannatevi a rileggere, chiariamo subito: il ministro Di Maio non ha capito un fico secco. A parte il fatto che una persona risultata positiva al coronavirus ha l’obbligo di restare a casa (anche se non ha scaricato l’app), l’applicazione è pensata per avvisare gli utenti registrati che sono entrati a contatto nei giorni precedenti con una persona che soltanto a posteriori si è rivelata contagiata. E’ lapalissiano che l’app non possa fare previsioni, a differenza di quanto sostenuto dall’ex leader del M5S.

Eppure a Di Maio piace 

Ora, che si tratti di un’applicazione degna di scenari prefigurati dalla miglior letteratura distopica, quindi senza alcun dubbio fortemente discutibile, lo abbiamo fatto notare anche su questo giornale. Eppure Di Maio, che non ha capito come funziona, ha provato pure a convincere gli italiani della bontà di questo applicazione. “Ci facciamo geolocalizzare anche quando dobbiamo ordinare una pizza o un panino con una app, ci facciamo geolocalizzare da tutti i social del mondo e gli diamo tutte le autorizzazioni. Ma ora facciamo una app, che è facoltativa e non prevede penali per chi non la usa, e scoppia la polemica sulla privacy e scoppia proprio su quei social a cui abbiamo dato l’autorizzazione a trattare tutti i nostro dati personali”, ha detto il ministro degli Esteri. Già, magari può provare a fornirci un’ulteriore delucidazione su questa straordinaria app per convincerci a non scoppiare a ridere.

Eugenio Palazzini

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