Pd e i 5S pensano ai migranti: sanatoria e corridoi umanitari

Dalla maggioranza, e dagli ambienti culturali e mediatici ad essa vicini, evitano di pronunciare il termine “sanatoria”. Ma di questo si tratta: nelle proposte avanzate dal governo si parla, in particolare, di regolarizzazione e di interventi volti ad evitare crisi sanitarie e marginalizzazione sociale.

Nei fatti, l’intenzione è quella di procedere verso una sanatoria in grado di riguardare almeno 200.000 migranti. Si dovrebbe procedere in due tappe: la prima, immediata, in grado di portare all’emersione di chi attualmente lavora in nero e sfugge dunque al fisco oltre che alle autorità sanitarie. La seconda, più in là e forse in autunno, dovrebbe riguardare la revisione del decreto flussi con la possibilità di veri e propri corridoi umanitari.

A spiegarlo è stato su Repubblica il presidente della commissione affari costituzionali, Giuseppe Brescia: “Ho posto la questione e non ho trovato opposizioni – ha dichiarato l’esponente grillino – il consenso c’ è, soprattutto se teniamo stretto il focus e non facciamo l’errore di fare passare questo provvedimento come una sanatoria indiscriminata. Cosa che non è e che, ovviamente, verrebbe subito attaccata da chi poi in questo Paese le sanatorie le ha fatte veramente”.

Sarà dunque lui a tracciare il percorso che porterà a quella regolarizzazione che, solo per motivi politici e mediatici, non verrà riconosciuta dagli autori come sanatoria. La prima tappa dovrebbe vedere il traguardo già a giugno. L’obiettivo, come detto, è sanare quei rapporti di lavoro attualmente in nero. Un’operazione volta ufficialmente anche a dare manforte alle autorità sanitarie e prevenire casi di contagio non diagnosticabili. Il vero obiettivo però, sarebbe costituito dalla necessità di immettere nei campi quella manodopera necessaria a far ripartire un comparto agricolo che si regge per un buon 26% sul lavoro di migranti tornati in patria oppure, da quando è iniziata l’emergenza coronavirus, rifugiati da qualche parte in attesa della fine dell’epidemia.

“Non è una riforma né di destra né di sinistra – ha spiegato ancora Giuseppe Brescia – ma un progetto di buon senso, ora più che mai urgente e necessario. Per far ripartire l’ economia e per la sicurezza sanitaria del Paese”.

Non solo l’agricoltura nei pensieri della maggioranza, bensì anche altri settori: “Non è un’operazione limitata solo all’ agricoltura – ha continuato Brescia – lo stesso vale per il turismo, per l’ edilizia, per i servizi alla persona, penso a colf e badanti. Un reset sul lavoro nero che si tradurrebbe anche in un colpo alla concorrenza sleale da parte di quelle imprese che ne hanno fatto finora largo uso”.

La seconda tappa, prevista per l’autunno, dovrebbe prevedere la possibilità anche di veri e propri corridoi umanitari, da attuare con una vera e propria riforma della modalità di ingressi nel nostro Paese: “L’ enorme numero di irregolari in Italia nasce dal fatto che non ci sono vie d’ accesso legali se non mettersi in mano ai trafficanti e chiedere asilo – ha spiegato ancora il grillino Brescia – strada che finisce per ingolfare fittiziamente il sistema di accoglienza. Una riforma degli ingressi consentirebbe di riservare i corridoi umanitari a chi fugge da guerre e persecuzioni e di prevedere altri percorsi per chi si sposta per lavoro”.

Già nei giorni scorsi sulla sanatoria, che ufficialmente sanatoria non verrà chiamata mai, si erano espressi alcuni membri della maggioranza e due ministri in particolare: quello delle politiche agricole, Teresa Bellanova, e quello dell’interno, Luciana Lamorgese. Anche se da due posizioni differenti: la prima ha infatti parlato di regolarizzare tutti e 600.000 irregolari stimati in Italia, il Viminale ha invece fatto riferimento a regolarizzazioni più mirate.

il giornale.it

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