Prima tagliano la sanità, poi piangono: tutta l’ipocrisia della sinistra

Roma, 4 apr – Fateci caso: adesso i liberal italiani sono tutti un fermento per la sanità pubblica che deve essere rinvigorita e foraggiata perché, nonostante lo sforzo sovrumano, il numero delle vittime del Covid-19 sta raggiungendo delle vette mostruose con un sistema sanitario sull’orlo del collasso. Non fosse stato anche per la generosità di molti privati che hanno scucito barcate di quattrini destinandoli direttamente ad opere come il nuovo ospedale all’ex Fiera di Milano, scavalcando così le montagne della burocrazia.

I sacerdoti di sinistra e 5 stelle, i cui universi si stanno drammaticamente sovrapponendo, rimangono fissi sul punto come se fossero nati ieri e come se noi fossimo nati sotto un cavolo: più soldi alla sanità, ignorando appositamente che per quanti denari tu possa iniettarvi, se la classe dirigente rimane quella di Di Maio e Casalino, neanche tutto l’oro del mondo garantirebbe un buon servizio pubblico. Le risorse, soprattutto se pubbliche, vanno sapute amministrare, prima di richiederle, dopo oltretutto aver fatto carne da macello della sanità pubblica la quale ha subito dei tagli negli ultimi anni alquanto clamorosi. E il bello di questa giostra è che i sacerdoti dell’impegno civile hanno sempre sputato in faccia a chi da anni propone interventi utili ad aggredire sprechi che sottraggono soldi alla buona sanità.

37 miliardi in meno per la sanità…

Nel decennio 2010-2019, il Servizio sanitario nazionale è stato disboscato per circa 37 miliardi di euro, e ci risulta che dal 2011, tranne la breve parentesi del governo gialloverde, la sinistra faccia parte delle maggioranze parlamentari che sostengono i governi nei quali essa ha espresso ministri di tutto riguardo, senza mai farsi mancar niente. È stata la famosa austerità europeista a richiederlo, sono stati poi loro ad attuarlo. Questo cascame di marxisti fucsia in fregola per Mamma Europa e tutto ciò che possa disarcionare l’Italia dalla sua sovranità, abbattendo la nazione che nella vecchia logica marxista dovrebbe esser sostituita da una grande Internazionale proletaria. E oggi, come se niente fosse, dobbiamo sorbirci i loro sermoni sulla sanità pubblica da rianimare.

…20 miliardi in più per l’accoglienza

Tanto per valutare correttamente la loro capacità di amministrare le risorse pubbliche, ossia le nostre, giova rammentare che, sempre sotto i loro coloratissimi e democraticissimi governi, l’Italia ha bruciato 20 miliardi di euro nell’accoglienza di immigrati clandestini, altrimenti detta autoinvasione afroislamica. Il 68% della spesa deriva dall’accoglienza vera e propria ossia gli euri spesi per ogni immigrato affidato alle cooperative che li gestivano, poi troviamo le spese mediche necessarie, il coordinamento delle operazioni di salvataggio in mare e l’istruzione impartita ad ogni immigrato. Nel solo 2018, due anni fa dunque, lo Stato italiano ha speso circa 4,6 miliardi euro, di cui pochi spiccioli donatici dalla cara Unione Europea. Del 2019 non sappiamo ancora niente, ma le spese, seppur diminuite, continuano a sopravvivere egregiamente.

Salvini aveva diminuito drasticamente la somma giornaliera per ogni immigrato accolto, portandola dai famosi 35 euro a un minimo di 19 e un massimo di 25, tentando in tal modo di attestarsi sulla media europea. La signora Lamorgese, illustre ministro dell’Interno del governo giallofucsia, ha pensato bene di aumentare la somma cadauno, poiché molti bandi lanciati dalle prefetture per l’accoglienza degli immigrati sarebbero andate deserte proprio per la riduzione dei margini di guadagno. Così, le prefetture hanno avvertito il Viminale e la Lamorgese ha risposto prontamente. Oggi, se per qualche scellerato motivo dovessero esser fatti sbarcare in Italia decine di migliaia di immigrati, lo Stato italiano che non ha posti di terapia intensiva sarebbe ben pronto a spendere per loro più di quanto necessario e più di quanto avrebbe fatto quando ministro dell’Interno era Salvini.

Si tratta di un banale conto della serva col quale non intendiamo ovviamente asserire che i 20 miliardi spesi per gli immigrati sarebbe stati destinati alla sanità pubblica, piuttosto che, ancor peggio, i governi tinti di rosso-fucsia sono sempre stati solerti nel recepire le direttive dell’Ue a costo di impoverire la sanità nazionale e di finanziare l’invasionismo e la sostituzione di un popolo che non fa figli. Almeno oggi potrebbero risparmiarci le loro viscide promesse. I nostri morti meritano rispetto.

Lorenzo Zuppini

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