Nella Roma tutta divieti e multe solo i Rom fanno quello che vogliono

Annunci di blocchi e multe di ogni tipo. Addirittura una caccia all’untore sponsorizzata dal portale istituzionale in cui si invitano i romani a segnalare eventuali assembramenti. Sembra una Roma tutta legge ed ordine quella ai tempi del coronavirus. Se non fosse che alla guida dell’amministrazione ci siano ancora i grillini e un sindaco, la Raggi, la cui evanescenza è ormai oggetto di dibattito quotidiano.

Mentre i romani sono infatti rintanati in casa al richiamo del si salvi chi può (dal virus e dalla Raggi), i rom sono gli unici ad avere il foglio di via e a razziare incontrastati cassonetti e quant’altro. Scene di ordinario degrado che vediamo dal centro storico e dalla periferia, ampiamente documentate con video che circolano sui social network, ma che non destano la preoccupazione del Campidoglio.

D’altra parte questa è solo una delle tante inefficienze di questa amministrazione. Come si stia gestendo il contenimento dell’epidemia resta ad oggi un mistero. Sulla sanificazione delle strade e degli istituti pubblici siamo ancora a un nulla di fatto, visto che il passaggio dei mezzi Ama per il lavaggio delle strade non può certo essere considerato strumento sufficiente. Quanto alle misure economiche, poi, la Raggi ha solo annunciato qualche provvedimento per venire incontro alla crisi, ma il tutto resta nel limbo del detto ma non fatto. Ci sono alcune scadenze che preoccupano e sulle quali bisognerebbe essere più chiari.

Pensiamo alle mense scolastiche. Chi non ha pagato la rette per i mesi di marzo e aprile ovviamente non dovrà pagarla. Ma tutti coloro che invece hanno provveduto per tempo al versamento delle quote, avranno un rimborso? La cifra verrà stornata dai versamenti dovuti per il prossimo anno scolastico, posto che con ogni probabilità questo sia finito? E la tari, l’odiosa e salatissima tassa sui rifiuti che i romani pagano senza vederne i benefici, verrà congelata almeno di un sei mesi? Poche domande, nessuna risposta. Ma la grande amarezza di vedere una città deserta in balia di un triste destino.

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