Burioni: “In Italia quasi 6 milioni di persone sono infettate. Ecco perché la tv non dà i numeri giusti”

Burioni torna all’attacco. “L’Imperial College di Londra stima le infezioni di Covid-19 in Italia al 28/3: 9,8% della popolazione, 5,9 milioni di casi”. A dare la notizia è il virologo Roberto Burioni. Che su Twitter aggiunge “Capite perché i numeri che sentite in tv alle 18 non hanno molto significato? Capite perché l’Italia ha tanti morti in più rispetto alla Germania?”. Secondo il report dei ricercatori britannici e analizzato da Adnkronos Salute, in Germania sarebbe stato infettato al momento solo lo 0,41% della popolazione.

Burioni: in Italia quasi 6milioni di infettati

“Questa stima non è mia, ma dei ricercatori dell’Imperial College di Londra, tra i migliori studiosi di epidemiologia al mondo”, avverte il virologo.

Burioni è stato il primo a sottolineare la gravità del covid 19 quando ancora gli italianierano ignari e il governo assicurava che la situazione era sotto controllo. La sinistra lo mise alla berlina come un avversario. Fu persino tacciato di essere un fascioleghista e una Cassandra. I fatti hanno poi dimostrato che, purtroppo, il virologo non si sbagliava.

Ieri a Che tempo che fa, ha fatto il punto della situazione. “I  numeri cominciano a essere meno negativi.E in un’epidemia significa positivi. Stiamo raccogliendo i frutti del nostro comportamento. Come prima raccoglievamo i frutti della nostra irresponsabilità”. Ma i sacrifici non sono finiti. “Dobbiamo perseverare con i nostri sacrifici. Non possiamo predire il futuro, ma sembra che le cose stiano rallentando. “Stiamo inoltre guadagnando tempo che viene sfruttato dagli ospedali per organizzarsi, dallo Stato per elaborare nuove procedure e dalla ricerca che ovunque sta andando avanti e cercando di fare qualcosa”. Poi ha detto che una volta finito il coprifuoco, gli italiani dovranno uscire ancora con le mascherine e le protezioni.

“Buone notizie stanno arrivando anche dal campo dei farmaci. C’è un farmaco che viene utilizzato come antiinfiammatorio. Nelle malattie come l’artite. E che sembra essere efficace. I dati sono abbastanza promettenti”. C’è poi una sorpresa strana, aggiunge Burioni. “Un farmaco degli anni Cinquanta. Che si usava per la malaria. Si chiama Plaquenil. Che fu valutato nel 2005 come molto efficace. Per inibire la replicazione del coronavirus della Sars”.

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