Coronavirus o allergia? Ecco come distinguerli grazie ai sintomi

Febbre, tosse e mal di gola sono i sintomi principali dell’infezione da coronavirus e allo stesso tempo sono i segnali più comuni di un’influenza (stagionale e non) e anche di un’allergia, come quella ai pollini Ma c’è una bella differenza che è bene sottolineare fin da subito: i sintomi di un’allergia vengono attenutati – o eliminati (quasi) del tutto con la giusta terapia antistaminica (o con un vacchino fatto a tempo debito), mentre quelli che segnalano la positività al coronavirus non passano o non si indeboliscono così facilmente.

Tornando ai sintomi principali del virus che ha scatenato la pandemia, l’innalzamento della temperatura corporea è forse il principale, specialmente quando questa si innalza sopra i 38/39°. Dunque, la tosse, quando questa è secca e insistente (la tosse grassa non deve far preoccupare in modo particolare). Quindi, difficoltà respiratorie, come il respiro corto e affannato che rende difficile anche la parola.

Ma non è tutto, anzi. Ci sono altri campanelli d’allarme come nausea, diarrea, vomito, naso chiuso, sensazione diffusa di debolezza e affaticamento, brividi e mal di testa. Si tratta però, in questo caso, di sintomi non così frequenti, motivo per il quale non sono così indicativi.I sintomi del coronavirus: ecco quali sono, dai più ai meno comuni

Chi è allergico ai pollini o graminacee (giusto per fare due esempi di allergia stagionale) sa bene quali sono gli effetti: occhi gonfi, arrossati e irritati con tanto di lacrimazione, naso congestionato e starnuti a gogo. La febbre, invece, è assente. Ciò significa che se non si ha la febbre si può stare (moderatamente) tranquilli

Però è fondamentale essere in grado di distinguere i sintomi per non finire preda del panico. E come appena detto, la febbre è una cartina di tornasole affidabile. “Uno dei sintomi sospetti del coronavirus è la febbre che invece è assente nelle manifestazioni allergiche”, spiega Giorgio Walter Canonica, professore di Medicina Respiratoria e Allergologia all’Humanitas University, al Corriere della Sera. Il dottore chiarisce ulteriormente: “La rinite allergica dovrebbe essere più facilmente distinguibile da quella virale perché di solito gli starnuti sono a salve (cioè a raffiche), il naso cola molto (e questo è un sintomo non particolarmente tipico di Codiv-19) e può associarsi a congiuntivite, che invece è abbastanza comune nella nuova malattia”.

L’allergologo, in aggiunta, sottolinea un altro aspetto assai importante, che chi è allergico deve tenere bene a mente: “Chi sa di essere allergico ai pollini e in questo momento accusa tosse e raffreddore deve iniziare la terapia prescritta dall’allergologo a base di antistaminici e corticosteroidi inalatori che riducono i sintomi. Certamente se dopo 4-5 giorni i disturbi non regrediscono si può pensare di aver contratto Covid-19 con forma lieve, se senza febbre”.Coronavirus, cosa fare (e cosa no) in caso di sospetto contagio

In questo caso, niente panico: chiamate il numero unico di pubblica utilità 1500, oppure il proprio medico di base, come invita a fare il dottor Canonica: “Con tosse e raffreddore che fanno sospettare un’allergia respiratoria va contattato il proprio medico che potrà fare una diagnosi e impostare una terapia. Con i giusti farmaci i disturbi allergici regrediscono in pochi giorni mentre le forme infettive permangono”. Il professore, infine, si congeda con una raccomandazione agli asmatici: “Chi è in trattamento continuo per l’asma non sospenda la terapia in atto”.

il giornale.it

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.