A Roma il contagio è arrivato anche nei campi rom. Cresce la paura e la Raggi si dà alla macchia

Un possibile focolaio di covid-19 in almeno uno dei campi rom di Roma. E la Raggi si dà alla macchia. Il virus non conosce confini, né condizione sociale. Il fatto che, come prevedibile, sia arrivato anche tra i rom della Capitale desta preoccupazione perché per queste persone è molto più complicato, se non impossibile, ricostruire spostamenti e contatti. La notizia ha gettato nel panico la città. Sembrerebbe, visto che ancora notizie ufficiali dell’amministrazione non ci sono, che i diretti parenti del giovane rom in gravi condizioni allo Spallanzani siano stati sottoposti a tampone. Ma nulla si sa, invece, su cosa abbia fatto o chi frequentato nei giorni e nelle settimane precedenti il possibile paziente 1 della comunità. I potenziali contagiati potrebbero essere diverse decine.

Il silenzio della Raggi: nessun provvedimento varato

Al momento il Campidoglio non solo tace su questo episodio, ma non ha varato nemmeno alcun provvedimento straordinario per i rom, a cominciare dalla sanificazione dei 9 villaggi che ospitano le oltre 3500 unità, di cui oltre 1600 minori. Senza, ovviamente, considerare tutti gli insediamenti abusivi che continuano ad esistere in diverse zone della periferia romana. C’è bisogno di un controllo sanitario, c’è bisogno di pulizia, c’è bisogno di ordine in strutture e luoghi dove da sempre le condizioni igienico-sanitarie sono tremendamente scarse.

Monitorare subito i centri di contagio

Di tutto ciò che, insomma, la Raggi non sta facendo. Questi centri di contagio esponenziale vanno monitorati costantemente. La maggior parte dei campi rom non ha barriere o comunque sono facilmente superabili. La questione non è eludibile e deve subito rientrare in quella serie di azioni che un sindaco degno di una tale carica deve mettere in atto per la salute e la sicurezza di tutti. Il che è impossibile. Roma è una città abbandonata al suo declino.

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