Coronavirus, azienda di Prato rimuove bandiera Ue: “Soli ma orgogliosi”

Prato, 22 mar – Sul tetto della fabbrica sventola come sempre il tricolore, ma la bandiera dell’Unione europea che fino a due giorni fa era posta di fianco a quella italiana, non c’è più. L’azienda pratese Gruppo Colle, leader mondiale nel settore della tintura delle fibre tessili, sia in fiocco che in tops, ha infatti deciso di levare di mezzo il vessillo con le dodici stelle dorate. Un gesto altamente simbolico che l’azienda di Prato ha voluto evidenziare con una foto pubblicata sulla propria pagina Facebook, accompagnata da un messaggio che non lascia spazio a interpretazioni: “Oggi abbiamo deciso di togliere la bandiera della comunità europea. Siamo soli ma orgogliosi”.

Orgoglio italiano

Per capire la portata di questa iniziativa basta leggere come si presenta l’azienda sul proprio sito: “In più di 60 anni, tradizione e innovazione hanno stretto un patto sinergico per il raggiungimento della più alta qualità. La passione per questo lavoro è la chiave del nostro successo: un obiettivo che perseguiamo quotidianamente, con investimenti nella ricerca tecnologica, l’affinamento dei processi produttivi e la formazione costante del personale. Il coraggio di cambiare e la capacità di adattarci nel tempo alle nuove esigenze che si profilano all’orizzonte sono la nostra sfida quotidiana. I clienti e il mercato tracciano la nostra rotta. Siamo orgogliosamente un’azienda Italiana, per noi la cultura manifatturiera è un valore. Tuttavia non viviamo solo di acqua e colore…”.

Un piccolo gesto, una grande lezione

Orgoglio tricolore che in un momento di drammatica emergenza nazionale, l’azienda pratese ha inteso rimarcare. Perché se l’Ue assiste quasi impassibile al rischio collasso del sistema economico italiano, senza sostenere lavoratori e produttori di uno dei più importanti Stati membri europei, lavoratori e produttori possono comunque alzare la testa e rispondere per le rime. Il gesto di Gruppo Colle dovrebbe far riflettere, e non poco, chi si ostina a difendere a spada tratta i burocrati di Bruxelles. A noi, oggi, ci rende semplicemente fieri di appartenere a un popolo sovente vessato, vilipeso, sbeffeggiato anche e soprattutto da chi dovrebbe rappresentarlo. Ma che nonostante tutto continua a dare lezioni di civiltà e appartenenza, senza abbandonarsi a stolti fatalismi.

Eugenio Palazzini

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