Coronavirus, il governo si scorda del popolo delle partite Iva

Le misure messe in campo dal governo a sostegno dell’economia italiana, vessata dall’epidemia di coronavirus, sono un primo passo necessario ma ancora insufficiente.

Il problema principale è che molti annunci sono più di forma che non di sostanza, come sottolinea il quotidiano La Verità. Partiamo dalla cifra stanziata per far fronte al tonfo provocato dal Covid-19. Quei 25 miliardi di euro, apparentemente non distanti dai 30 richiesti dal centrodestra, sono spalmati su due anni. Morale della favola: quest’anno saranno disponibili solo la metà dei denari promessi.

Scendendo nel dettaglio, notiamo altre incongruenze. Prendiamo i mutui. In un primo momento sembrava che la moratoria delle rate valesse per tutti, o almeno per i residenti delle zone d’Italia più colpite dal coronavirus. Non è così, perché mentre per Codogno e comuni limitrofi era stata disposta la “temporanea sospensione dei pagamenti”, niente di tutto questo varrà per il resto del Paese, neppure per il resto della Lombardia.

Chi è che potrà ritardare i pagamenti? Non tutti ma solo alcune categorie di persone – fra cui chi ha perso il lavoro – e per giunta relegate all’interno di una precisa fascia di reddito. Gli altri, nonostante le difficoltà, dovranno rispettare le scadenze bancarie come da calendario.

Discorso simile anche per le tasse. Il fisco continua a tenere il fiato sul collo dei contribuenti anche al tempo del coronavirus. La promessa di sospendere le imposte in tutto il Nord sembrano destinate a rimaner tali, soprattutto per il popolo delle partite Iva. Ovvero: professionisti, artigiani, commerciani. In poche parole: chi rischia di subire una batosta più pesante degli altri.

Il coronavirus colpisce le partite Iva

In altre parole, oltre agli effetti diretti del coronavirus – riassumibili in meno affari, lavori sospesi, negozi chiusi e via dicendo – c’è da considerare le tasse. Anche se molti possessori della partita Iva sono costretti a tener chiusi i propri esercizi, questi dovranno rispettare tanto le scadenze fiscali quanto versare gli anticipi. Poco importa se l’incasso sarà irrisorio o, nella maggior parte dei casi, nullo: neppure il coronavirus, in questo caso, è riuscito a smuovere il calendario fiscale.

Nel frattempo il viceministro dell’Economia, Antonio Misiani, ha spiegato su Radio Anch’io, in onda su Rai Radiouno che il governo sta ragionando in queste ore in merito proprio al problema legato alle partite Iva. “L’alternativa – ha spiegato – è fra strumenti di sostegno del reddito e sgravi fiscali, ma sicuramente saranno previsti interventi anche per questa tipologia di lavoro”.

“Dobbiamo poi garantire la liquidità alle imprese – ha proseguito – dobbiamo estendere il fondo di garanzie per le Pmi, stiamo costruendo con Abi e Bankitalia una moratoria per tutti i finanziamenti e le linee di credito del mondo delle imprese. E lavoreremo anche per rinviare il pagamento di alcune imposte, perchè l’imperativo è mettere il sistema produttivo italiano di reggere l’urto e ripartire il prima possibile”.

il giornale.it

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