Burioni: «Paragonare il coronavirus all’influenza è come paragonare un petardo a una bomba a mano»

Roberto Burioni di nuovo durissimo. Stop alle persone che non rinunciano all’aperitivo, alla partitella con gli amici o all’appuntamento domenicale con il mercato romano di Porta Portese. «La gente deve capire che deve stare a casa, altrimenti non ne usciamo. E deve farlo in tutta Italia, non solo nelle aree più colpite», afferma il virologo dell’Università San Raffaele di Milano. Burioni: «Non bariamo con le parole» «Paragonare questo virus a un’influenza è come paragonare un petardo a una bomba a mano». Burioni, ospite a “Che tempo che fa”, va subito al cuore del problema.«Questo virus non è un’influenza. Ora è sotto gli occhi di tutti, centinaia di morti, rianimazioni strapiene. Un’altra cosa non vera è che non si muore per il coronavirus ma con il coronavirus. Invece si muore per il coronavirus. Muoiono di più le persone deboli ma non bariamo con le parole, perché poi induciamo la convinzione che questa malattia riguarda solo anziani e malati. Non è vero. Si stanno saturando le terapie intensive».

«Quando uscite state attenti»

«Quando non ci sono più posti anche un giovane di 25 anni magari con un incidente non lo possiamo curare. Siamo in una situazione complicata», aggiunge il virologo. «Non dobbiamo nascondercela o minimizzarla. Per rallentare questa epidemia possiamo solo rallentare i contatti. Si esce di casa solo per l’indispensabile e quando si esce si sta attenti».

Burioni: «Fate come meۚ»

«Fate come me: vivo a Milano e sto in casa da due settimane», dice Burioni. «Vado a lavorare, faccio la spesa con la massima cautela. Vado da Fazio ma non gli stringo la mano, sto a un metro di distanza da tutti. E così stanno facendo anche mia moglie e mia figlia a Urbino. Contro questo virus è importante oggi il massimo impegno da parte di tutti noi. In attesa di tempi migliori».

«Andare al mercato o in palestra è un errore»

«Possiamo vincere – continua Burioni – solo se le persone si responsabilizzano. Questo virus si trasmette con i contatti umani. Quindi andare al cinema, in palestra, al mercato non va bene. Bisogna uscire solo per le cose importanti. E rispettare le indicazioni sull’igiene delle mani e sul fatto di stare ad almeno un metro di distanza dagli altri».

Burioni: «L’arrivo della primavera? Una speranza»

La primavera nemica di Covid-19? «L’arrivo della stagione più calda potrebbe rallentare la diffusione del coronavirus», sostiene Burioni. «Questa potrebbe essere una speranza dei prossimi mesi. Ma è una speranza, dividiamola dalle certezza. E fino ad allora dobbiamo cercare di ridurre i contatti sociali al minimo».

Priorità assoluta, rallentare l’epidemia

«Non tutti i virus si trasmettono allo stesso modo nelle diverse stagioni, è il caso dell’influenza. Noi – avverte il virologo – cosa fa questo coronavirus non lo sappiamo. Ma possiamo sperare che con l’arrivo del bel tempo si trasmetta molto meno». Il caldo potrebbe infatti favorire l’evaporazione delle goccioline di saliva, attraverso le quali si diffonde il virus. Ma «in attesa della bella stagione oggi dobbiamo rallentare l’epidemia».

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