Il virus galoppa. +1326 casi in un giorno. Nessuna zona d’Italia è immune

Il numero complessivo dei positivi oggi incrementa di 1326, siamo a 6387 pazienti positivi. Lo ha detto il commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus Angelo Borrelli nel corso del punto stampa. Sono numeri drammatici. Dinanzi ai quali il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro, che affiancava Borrelli, non ha potuto che ribadire con forza  quel richiamo alla responsabilità che ormai deve coinvolgere tutti.

Il virus circola se lo lasciamo circolare

“Se continuiamo a comportarci come se nulla fosse, che lo facciamo a Milano o lo facciamo in un’altra città del centro o del Sud Italia, non è che il virus non circola”, ha detto.  “Ecco perché è stato varato “un provvedimento che mira a rendere consapevole ogni cittadino italiano di quanto sia importante l’adozione di queste” misure, “indipendentemente da dove viviamo”.

Non c’è una parte d’Italia completamente immune

Non c’è una parte d’Italia completamente immune” a Covid-19, ha spiegato il presidente dell’Istituto superiore di sanità. “E’ necessario ridurre la trasmissione”, ha aggiunto Brusaferro. “Le indicazioni che vengono proposte – dice – mirano dunque al distanziamento sociale. Creare in tutte le situazioni possibili quella distanza interpersonale che consenta la riduzione della probabilità della trasmissione del virus”. In alcune zone dove “il virus sta circolando a livello locale più intensamente occorre un’attenzione particolare”, perché è maggiore la possibilità di imbattersi “in un positivo”. Ma dobbiamo mantenere alta l’attenzione in tutta Italia, perché “la presenza di persone positive” significa che c’è possibilità di trasmissione.

Nelle vecchie zone rosse il contenimento c’è stato

C’è però anche un dato positivo.  Brusaferro sottolinea che nelle vecchie zone rosse il contenimento c’è stato. “Nelle vecchie zone rosse – quindi il Comune di Vo’, così come i comuni di Casalpusterlengo ovvero gli 11 comuni del Lodigiano – abbiamo registrato una crescita ridotta dei nuovi casi. Il che vuol dire che il sistema ha funzionato nel contenimento del virus”.  Brusaferro ha sottolineato che, però, “parallelamente, in altre zone della Lombardia e in altre Province, abbiamo censito una crescita di nuovi casi.” E quindi quanto raccomandato, continua il presidente dell’Iss, “ha l’obiettivo di fare in modo che anche nelle zone dove ci sono nuovi casi si possano adottare misure un po’ più impegnative per rallentare la trasmissione ma, soprattutto per fare in modo che i casi che necessitano di ricovero, in ospedale o in terapia intensiva, possano essere numericamente dilazionati nel tempo, in modo da garantire a tutti la migliore assistenza”.

Difficile fare previsioni

“In questo momento è difficile fare delle previsioni” sull’andamento e sul picco dell’epidemia da coronavirus”, ha aggiunto Silvio Brusaferro. “Si possono fare dei modelli – ha continuato Brusaferro – tutti i modelli hanno dei presupposti, ovvero presuppongono alcuni eventi che vengono predeterminati. Noi ci troviamo in una situazione relativamente nuova. E, dal punto di vista epidemiologico, dobbiamo tener conto dei vari modelli ma soprattutto degli andamenti sia dei nuovi casi, sia della localizzazione, sia della tipologia di pazienti e dei sintomi clinici. Al momento – ha concluso – non mi sento di fare previsioni”.

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