Coronavirus, preoccupazione per il Vaticano: si parla di cinque casi

Un caso di positività c’è di sicuro, ma le voci che si rincorrono attorno al Vaticano parlano di cinque persone che potrebbero essere state contagiate dal coronavirus.

E l’allerta nelle mura leonine non può che essere altissima. La giornata di ieri è stata interessata da un fatto circoscritto: siccome una persona è risultata positiva, allora gli ambulatori della Santa Sede sono stati chiusi. La Sala Stampa lo ha comunicato subito. Può sembrare una una notizia di routine – qualcosa di assolutamente consueto in questa fase così complessa per la nostra nazione e non solo – , ma ci si possono porre delle domande. Quali ambienti, quali Segreterie e quali sacri palazzi, potrebbe aver frequentato quella persona? Questa è, tra i quesiti che gli addetti ai lavori sono soliti esporre in queste ore, soprattutto in privato, quello che sorge spontaneo.

Per capirci qualcosa di più, magari in relazione ai palazzi che potrebbero essere stati chiusi, bisognerebbe operare da dentro. Aldo Maria Valli, che è un vaticanista di lungo corso, sul suo blog ha scritto quanto segue: “Da fonti interne abbiamo però appreso che i casi sospetti in Vaticano sarebbero cinque: riguarderebbero la Segreteria di Stato, lo Ior, l’Archivio apostolico, la Libreria vaticana e un sacerdote arrivato da Bergamo”. E il discorso, nel caso il quadro venisse confermato, cambierebbe. Il Vaticano può divenire un focolaio o essere descritto come un luogo dove dei contagi sono già avvenuti ? Nessuno può rispondere con certezza ad una domanda di questo tipo. Le ricostruzioni di queste ore, però, suggeriscono come molti aspetti debbano essere tenuti sotto controllo. Teniamo per esempio in considerazione anche quello che ha fatto presente Vik van Brangetem sl korazym.org: ” Successivamente, da fonte certa ho saputo che nella Città del Vaticano ci sarebbe un secondo monsignore, che risulta positivo al Sars-CoV-2″. Ci sarebbe insomma la contezza di almeno un secondo caso di positività. Ma non è tutto.

In giornata, sempre sull’ultima fonte citata, si è appreso di un’ulteriore disposizione: “…il Personale dell’Archivio in Ruolo ed anche i Collaboratori siano lasciati liberi dal lavoro a partire da lunedì prossimo 9 marzo fino a nuova comunicazione”, si legge in documento ufficiale, che è stato pubblicato. Questo provvedimento più le contromisure che erano già state prese – per esempio quella di sospendere gli eventi che coinvolgono personale sanitario – lasciano intendere come l’attenzione, e non potrebbe essere altrimenti, stia interessando livelli altissimi di precauzione. Parliamoci chiaro senza girarci intorno: da quello che si è appreso su alcuni media britannici, Papa Francesco si sarebbe già sottoposto ad un tampone, che però è risultato negativo. Vale la pena sottolineare come dalla Santa Sede non abbiano commentato questa presunta rivelazione.

In Vaticano non dimora solo il Papa regnante, ma anche quello emerito, che com’è noto risiede nel monastero Mater Ecclesiae: anche la tutela di Joseph Ratzinger sarebbe divenuta ancor più prioritaria nel corso di queste settimane. Il Vaticano, in fin dei conti, si trova all’interno di uno Stato, anzi è uno Stato che, come tante altre realtà che in questi giorni sono state costrette a misurarsi con la diffusione del coronavirus, deve prendere delle contromisure.

il giornale.it

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