Piazza, vaffa e Casaleggio Guerra sotterranea tra i 5s

P alco e retropalco. Il primo è quello della manifestazione di oggi contro il ripristino dei vitalizi per gli ex parlamentari a Piazza Santi Apostoli a Roma.

Ed è lo scenario dell’ennesima zuffa interna al M5s. Il secondo è rappresentato da ciò che accade dietro le quinte della «pre-crisi» di governo innescata da Italia Viva sulla prescrizione. Ma andiamo con ordine.

La chiamata alle armi su una delle battaglie storiche anti-casta del Movimento sta facendo discutere i pentastellati da alcuni giorni. Fin dal principio, prima delle difficoltà della maggioranza sulla giustizia, si erano levate alcune voci contrarie al richiamo della foresta del ritorno alla piazza. L’atteggiamento dell’ex capo politico Luigi Di Maio che aveva tuonato, genericamente, contro «la restaurazione» aveva fatto storcere il naso ai grillini filo-Pd, tra cui alcuni ministri, preoccupati dalle possibili derive di una manifestazione che potrebbe trasformarsi in un revival dominato da alcune parole d’ordine del passato. «Nessuno scende in piazza contro il Pd» è il ritornello dei governativi. Con la paura che piazza Santi Apostoli possa diventare il palcoscenico perfetto della riscossa di Di Maio. Per evitare imprevisti Paola Taverna ha commissariato il reggente Vito Crimi nell’organizzazione dell’evento.

Si è lavorato alla scaletta con il bilancino. Assicurando diritto di parola a tutti i capicorrente, ex capo politico compreso. Che parlerà, ovviamente, ma senza avere più spazio degli altri. «La scaletta è mistica, se ne sta occupando solo la Taverna», dice al Giornale una fonte del M5s. E l’attivismo della vicepresidente del Senato è la variabile impazzita nel risiko interno stellato. «Si muove già da capo politico», sussurrano le malelingue riflettendo su come la «pasionaria» stia approfittando dell’organizzazione dell’evento anti-casta per lanciarsi verso gli Stati Generali e partire avvantaggiata nella corsa per la leadership. C’è chi scommette che oggi proverà ad essere la protagonista assoluta della piazza.

E poi c’è il retropalco del caos nel governo. Ieri il viceministro del Mise Stefano Buffagni si è lasciato andare: «Ogni tanto un vaffa va sempre bene – ha detto a Circo Massimo su Radio Capital – Non dal governo? Non ho detto la parola intera, quando uno è al governo la vien da dire poi si morde la lingua. Sa con Renzi quante volte viene istintivo…» Nel frattempo Di Maio si gode lo spettacolo e secondo più di qualcuno non sarebbe dispiaciuto se l’ex rottamatore raggiungesse l’obiettivo di sostituire il premier Giuseppe Conte. Nel quadretto a Cinque Stelle resta Davide Casaleggio. La sua ospitata di giovedì a Porta a Porta ha irritato alcuni senatori firmatari del documento in cui si chiede di sganciare la piattaforma di democrazia digitale dal guru. Mattia Crucioli all’AdnKronos su Rousseau ha detto: «pretendo risposte chiare sui meccanismi di utilizzo di tale strumento». Più duro Emanuele Dessì: «Casaleggio sta usando tutto questo come un sistema. Con la politica questo c’entra poco».

il giornale.it

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