Coronavirus, “Così il volo Roma-Catania mi ha confermato che siamo in mano ai dilettanti”

Sul coronavirus riceviamo da Edoardo Polacco e volentieri pubblichiamo le riflessioni scaturite da un viaggio in aereo 

I dilettanti allo sbaraglio che ci governano stanno ancora giocando a chi si mette più in mostra, a chi si mette in vetrina in un ristorante cinese mentre il terribile coronavirus cinese come una piovra sta navigando nel mondo. L’Australia sta attrezzando isole da destinare ad ospedali per i contaminati e la Cina costruisce ospedali da migliaia di letti in dieci giorni. L’ Italia risponde con un paio di tende militari alla Città Militare della Cecchignola e con tre stanze all’ ospedale Spallanzani. E poi, per fare un po’ di teatro, nel solo aeroporto di Fiumicino dispone una decina di rilevatori di temperatura corporea per cui se ti imbarchi a Catania con il coronavirus lo scoprono allo scalo di Roma, dopo che hai potuto infettare ad oltre duecento passeggeri.

Nessuna pulizia tra un volo e l’altro

Poi sentiamo in televisioni i soloni della sanità nazionale che affermano con il sorriso sornione che le mascherine non servono a nulla e che basta lavarsi le mani ed allora ci arrabbiamo per davvero. Perché questi signori da quasi duecentomila euro annui di stipendi/premi o non sanno nulla di sanità o ci prendono in giro. Voi pensate che fino ad oggi nessuna autorità italiana – e dico nessuna – ha dato ordine di disinfettare gli aerei tra un volo e un altro. Succede così, come ci è capitato ieri sul volo Roma-Catania e ritorno, che mentre i passeggeri arrivati a destinazione scendono dall’aereo gli altri salgono dalla scaletta posteriore senza nessun genere di pulizia o disinfezione dell’aeromobile. Il risultato è che a fine giornata migliaia di persone viaggiano in un angusto locale a contatto con centinaia di propri simili in una condizione di promiscuità e, data la situazione, pericolosità.

Dubbi e nuovi allarmi

Nel frattempo hanno consentito a due asiatici di viaggiare, ammalati di coronavirus, indisturbati in tutta Italia. Ma mentre i nostri vertici giocano a mettersi in vetrina, utilizzando anche i nostri ricercatori, spellandosi le mani alla scoperta del virus effettuata allo Spallanzani di Roma e tentando di organizzare anche l’esibizione di questi ricercatori al festival di Sanremo, gli scienziati hanno lanciato altre due notizie che, se confermate, sarebbero davvero allarmanti. La prima è la teoria per cui il virus potrebbe rimanere in incubazione fino a 24 giorni e non 15 come si ritiene oggi. La seconda è che il virus potrebbe rimanere aggressivo sugli oggetti come plastica ferro e vetro fino a nove giorni. Nel dubbio, vale la pena attrezzarsi adeguatamente per fronteggiare queste situazioni.

Difendiamoci dal coronavirus come possiamo

Abbiamo idea di cosa significhi un virus che può eventualmente rimanere vivo e aggressivo su di una maniglia di una autobus, treno o aereo? Esiste un vertice, una istituzione, un presidente, un sindaco, un commissario straordinario che abbia ordinato di disinfettare quotidianamente gli autobus, i treni, gli aerei? La nostra vita appare nelle mani di poveri dilettanti che, oltre a sbaragliare se stessi, però, in questo momento possono sbaragliare anche noi. Allora ben vengano le piccole precauzioni quotidiane. Sui mezzi pubblici mascherina (da non riutilizzare se non dopo averla immersa in disinfettante ed asciugata bene), guanti di lattice usa e getta a spray igienizzante per ambienti. Crediamo in quello che vediamo e conosciamo e non in quello che i cantastorie ci raccontano.

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