Il governo taglia la sicurezza: “Chiudono i presidi della polizia stradale”

La denuncia del “Piano di razionalizzazione” arriva dall’Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale” (ASAPS). Un grido di allarme per la chiusura di “altri distaccamenti” della Polstrada.

A rischiare di abbassare le serrande sarebbero alcuni uffici in ben cinque regioni. “Dal documento diffuso – spiega l’associazione – si apprende che è programmata la soppressione di diversi distaccamenti come Casalecchio, Lugo, Rocca S.C. in Emilia Romagna; Ceva, Borgomanero, Domodossola in Piemonte; Finale Ligure e Sanremo in Liguria; Fonni in Sardegna; Ruvo di Puglia e Spinazzola in Puglia per l’istituzione della nuova Sezione di BAT (Barletta, Andria, Trani)”. Si tratterebbe di presidi “posizionati sulle strade extraurbane, statali e provinciali, quelle col maggior numero di incidenti mortali” per favorire, dicono i sindacati, la presenza degli agenti sulle autostrade.

Piemonte

La notizia ha scatenato la reazione delle parti chiamate in causa. Nel Piemontese i tre distaccamenti sarebbero considerati “non più strategici” e il governatore Alberto Cirio ha subito sollevato una dura protesta. “Il territorio – ha detto – è stanco di continuare a perdere servizi e trova inaccettabile che la sicurezza stradale di uno dei principali cuori produttivi dell’Italia venga considerata dal governo ‘non strategica’”. Il governatore ha scritto al ministro Lamorgese per chiedere un “incontro urgente” nella speranza di bloccare il “piano”. Sulle barricate sono saliti anche i sindacati (per il Siulp la proposta è “scandalosa”, per la Silp Cgil è “inspiegabile”), i parlamentari di centrodestra (e non solo) e la politica locale.

Liguria

In Liguria le polemiche non sono da meno. “Attualmente il Distaccamento Polstrada di Sanremo dispone di 10 unità mentre quello di Finale Ligure di 7 unità: organici al ‘lumicino’ – ha attaccato Roberto Traverso, dirigente nazionale del Siap – In questi anni questi Reparti della Polizia Stradale hanno vissuto una lunga agonia ‘pilotata’ visto che non sono più stati rinforzati ogni qualvolta un poliziotto è stato trasferito o è andato in pensione. È stato un grave errore perché su un territorio sempre più infiltrato dalle mafie occorre investire sulla presenza di sicurezza qualificata anche sulle strade provinciali”. Secondo il sindacato la chiusura dei due presidi deve essere “scongiurata”.

Emilia Romagna

Particolare la situazione a Casalecchio di Reno. La chiusura del presidio era infatti entrata in campagna elettorale per le regionali in Emilia Romagna. Il governatore Bonaccini si adoperò per scongiurarne la chiusura, sostenendo il fatto sembrava potesse essere scongiurato. Ma ora, ad urne chiuse, il tema torna di attualità. “Non possiamo che esprimere forte proccupazione”, dicono i sindacati Siulp e Siap, visto che la chiusura alla fine sarebbe confermata. Proteste si sono scatenate anche a Lugo. Pure l’on Marco Di Vaio (Italia Viva) si è detto contrario all’idea della chiusura dei presidi: “In un momento in cui c’è una richiesta di maggore sicurezza sulle strade e i numeri degli incidenti destano molta preoccupazione – ha detto – è un errore dismettere i presidi che sono lontani dalle grandi strade di comunicazione”.

L’attacco di Salvini

Il confronto tra ministero e sindacati dovrebbe esserci domani, secondo quanto riferito da Traverso. Le organizzazioni sindacali cercheranno di “scongiurare la perdita di presidi di sicurezza sul territorio”. Intanto però esplode lo scontro politico. Duro l’affondo di Matteo Salvini che mette nel mirino il governo e il ministro Lamorgese. “Più sbarchi, tasse e manette ma meno Polizia”, attacca il leader del Carroccio parlando di “errore clamoroso, che la Lega al governo aveva bloccato”. “Difendere le donne e gli uomini in divisa, e quindi la sicurezza degli italiani, è una priorità – conclude l’ex ministro – altro che cancellare i Decreti sicurezza per fare un favore alle ong o aumentare i costi dell’accoglienza degli immigrati”.

il giornale.it

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