Sinistra e camorra, arrestato l’ex-sindaco di Marano. La Dda: «Intascava mazzette dal clan»

Un sindaco anticlan, ovviamente di sinistra, pizzicato dai magistrati con l’accusa di aver intascato mazzette da imprenditori prestanome dei mammasantissima della camorra e spedito al fresco. Solito copione, verrebbe da dire. Di campioni dell’antimafia sospettati di collusione con la mafia sono ormai piene le cronache. Dei giornali, ovviamente. Non così quelle dei talk show dove l’argomento, pur succulento come notizia, fatica assai ad entrare. C’è da giurare che sarà così anche per il caso che vede coinvolto Mauro Bertini, già sindaco di Marano, grosso comune alle porte di Napoli e un tempo feudo dei potentissimi Nuvoletta.

Bertini è accusato di concorso esterno con la camorra

Bertini, toscano di origine a conferma che la collusione non ha matrice territoriale o antropologica, è stato a lungo un’icona della sinistra napoletana e campana. Un furbo di sette cotte, azzarda ora qualcuno. Non a torto, visto che l’uomo si mostrava lestissimo a tuonare contro padrini e manovalanza. Al punto da far assurgere il contrasto alla camorra come la vera cifra del proprio impegno politico. I magistrati della Dda partenopea raccontano invece un’altra storia. E ben diversa. In base alle loro accuse, infatti, Bertini non era il tipo da tirarsi indietro quando c’era da ricevere qualche bustarella in cambio di licenze, edilizie, permessi a costruire o di individuazione di aree edificabili. Nè si sarebbe fatto problemi a concederle ad imprenditori in affari con il clan Polverino, egemone in quella zona. Da qui l’ipotesi di concorso esterno in associazione camorristica e la reclusione ai domiciliari. Non è andato in carcere solo in quanto ultrasettantenne.

Tangenti in cambio di lavori

L’indagine risale al 2017. E aveva portato ai domiciliari cinque persone tra imprenditori, amministratori pubblici e burocrati. Tutti a disposizione, secondo la Dda, dei Polverino. All’epoca il clan si era aggiudicato un appalto pubblico nelle costruzioni. Seguendo i soldi, ascoltando gli indagati con le intercettazioni e la dichiarazioni di pentiti, le indagini hanno ricostruito il ruolo avuto da parte di figure appartenenti alla amministrazione comunale di Marano e al mondo dell’imprenditoria. Per i magistrati, Bertini e un dirigente comunale, Santelia, anch’egli arrestato, avrebbero intascato mazzette. Il primo 125mila euro e il secondo 40mila per far vincere un appalto pubblico ad imprenditori in odore di camorra.

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