Roma, all’anagrafe è allarme per i migranti “fantasmi”

Un esercito di spettri si aggira per le strade della Capitale. Stiamo parlando di ben 19.793 persone di cui si è persa ogni traccia.

Italiani (28%) ma soprattuto stranieri (73%) che per l’Anagrafe di Roma sono irreperibili. Tutta gente che l’amministrazione, pur volendo, non può rintracciare. Potrebbero essere ovunque ma non sono in nessun luogo.

Un dato allarmante che produce una serie di effetti negativi. Come fa notare Il Messaggero, infatti, dietro all’irreperibilità si nascondono irregolarità e truffe a danno delle casse del Comune: 1,6 miliardi di sanzioni arretrate, un miliardo di Tari inevasa negli ultimi sei anni. Non a caso la polizia municipale ha creato una task force ad hoc in stile Ghost Busters per cercare di stanarli. Scorrendo l’elenco degli irreperibili di gennaio ciò che balza subito all’occhio è che sono perlopiù stranieri: 267 romeni, 191 del bengalesi (31.734), 76 filippini, 58 sono cinesi, 57 egiziani e 34 peruviani. Sulla loro sparizione le forze dell’ordine hanno acceso un faro.

Il rischio è quello del favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. D’altronde quello delle false residenze per ottenere il permesso di soggiorno ormai è un vero e proprio business. La procedura è ben collaudata e quasi sempre a beneficiarne sono gli stessi migranti. Connazionali che sfruttano i loro connazionali e in cambio di soldi gli forniscono un indirizzo di residenza. Requisito fondamentale per chiedere o rinnovare il permesso di soggiorno. Il contratto di locazione viene registrato in questura e il migrante non deve far altro che farsi trovare in casa per i controlli. Poco importata se lì non ci vive e se per lo Stato italiano è irreperibile.

Il Municipio più attenzionato dai caschi bianchi è VI. In un quadrante popolato come Verona ed esteso come Napoli sono state messe a segno ben 20 mila verifiche. “Il fenomeno dell’irreperibilità è molto delicato soprattutto sul fronte degli stranieri – spiega Roberto Romanella, presidente del VI Municipio, a Il Messaggero – l’anello debole è una legge nazionale meno stringente sul rilascio della residenza e quindi della carta di identità”. É questo il nocciolo della questione. Basta solo la residenza (vera o fittizia che sia) per chiedere il rilascio della carta d’identità e quindi aprire un conto in banca o prendere in affitto un negozio. Ma se poi lo straniero è irrintracciabile le multe chi le paga?

il giornale.it

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