Il governo già traballa. Il Pd minaccia il M5S: “Adesso l’asse politico va cambiato”

Prime scosse nel governo. Ora camba tutto. Il Pd già batte cassa con il M5S disintegrato in questa tornata regionale. “E’ giusto che oggi si usi questo risultato per modificare l’asse politico del governo”. La prima fucilata al partito ora retto da Vito Crimi arriva dal segretario Zingaretti. “M5S? C’è un bipolarismo e mi auguro che sempre più i 5 Stelle ne prendano atto”. “Non mi permetto di dire nulla al M5s, ma c’è un travaglio che è sotto gli occhi di tutti”. “Si sta tornando ad un sistema bipolare. Come accaduto in Calabria e in Emilia Romagna si sceglie tra i due principali contendenti: lo dico da alleato e non da avversario“.

Che alleato. Parole mellifue, la realtà è ben più “minacciosa”. Attaccatissimi alle poltrone e pronti ad “azzanare” l’alleato. Va più diretto l’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando. “Ad esempio il M5S, dopo questa severa sconfitta, dovrebbe rinunciare a un armamentario che non paga elettoralmente e che rende difficile l’attività di governo”. Lo ha dichiarato  a Circo Massimo su Radio capital l’ex ministro. Ed è proprio sui temi giudiziari – prescrizione in primis – che Orlando vuol far leva: “Dovrebbe esserci una disponibilità al confronto superiore a quella che c’è stata finora”, incalza. “Crediamo che la rivisitazione debba essere fatta nella maggioranza senza coinvolgere altre forze,. M  quella norma deve essere modificata. È un fatto assodato e mi sembra che la trattativa vada in quella direzione. Ora questa spinta può contribuire a dare un esito positivo”.

Governo, Orlando: “Ora cambia tutto”

Non contento, Orlando va a toccare quelle “eredità” del primo governo Conte, che i M5S hanno difeso con le unghie e coi denti. Orlando e non solo lui nel Pd premono per modificare reddito di cittadinanza e quota 100: “Non credo che vadano cancellati, ma migliorati sicuramente sì. E questo è un cantiere che va aperto”, sottolinea.

Poi l’avvertimento: “Ora bisogna andare a un momento rifondativo”. Anche perché il voto ha dimostrato che non esiste una “subalternità” al M5S: “Se la subalternità fa sì che il Pd va oltre un terzo dei voti e il M5S passa al 4%, c’è da augurarsi una subalternità consolidata nel tempo”, dice, “Non mi sembra che dagli elettori sia stata avvertita questa subalternità, altrimenti i risultati sarebbero stati rovesciati”. E sui 5 Stelle aggiunge: “Si trovano a un bivio: decidere se andare avanti con la linea Di Maio o se invece prendere una strada diversa nel campo progressista”.

Ed è subito lite: “Mi dispiace sentire le parole di Orlando sulla necessità di rivedere l’asse politico del governo”. Si mette subito sulla difensiva  Michele Gubitosa del M5S. “Il Pd e noi stessi abbiamo sempre detto che il voto alle regionali non avrebbe pregiudicato l’attività di governo”. Rammenta e spera: “Spero non si vogliano strumentalizzare le elezioni locali per fare passi indietro su temi decisivi quali la prescrizione o la revoca delle concessioni autostradali. Per il @Mov5Stelle al centro di qualsiasi accordo resteranno sempre i temi per i cittadini”. Lo scrive su Twitter Michele Gubitosa (M5S).

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