La rivolta cattolica che fa tremare Macron

Nell’ultimo mese e mezzo, la Francia ha vissuto la mobilitazione di massa dei movimenti contro la riforma delle pensioni che ha letteralmente bloccato il trasporto pubblico del Paese. Il 2018 invece era stato l’anno dei gilet gialli, che avevano iniziato le proteste contro l’Eliseo a causa degli aumenti previsti che avrebbero colpito principalmente la fascia medio-bassa del Paese. Adesso, un nuovo fronte di protesta a guida cattolica sta scendendo in strada, con una manifestazione che, ai dati della prefettura e come riportato da Le Monde, avrebbe raccolto oltre 41 mila partecipanti. Le proteste, che nascono a seguito della proposta di modifica della legislazione francese riguardante la fecondità assistita che si aprirebbe anche in parte alle coppie omosessuali, gettano nuove ombre sull’esecutivo guidato da Edouard Philippe, sempre più nell’occhio del ciclone per un piano di riforme troppo invasivo nella società della Francia.

Le opposizioni dei cattolici

Come ribadito dai portavoce della protesta, la gravità della riforma risiede nella distruzione della famiglia tradizionale, in quanto rendendo superflua la presenza della figura del padre all’interno del nucleo familiare. Infatti, aprendo la legge alla possibilità per le donne single e omosessuali di aver accesso all’inseminazione artificiale, la presenza o meno della figura maschile appare irrilevante ai fini riproduttivi e di costruzione della struttura familiare: particolare che i fedeli francesi aderenti alla manifestazione di protesta non possono tollerare.

La possibilità di aprire alla fecondazione assistita nelle situazioni in cui la struttura della famiglia tradizionale è snaturata apre inoltre a due importanti problemi, che il fronte cattolico ritiene di primaria importanza. Innanzitutto, i bambini diverrebbero di fatto oggetto di scambio, divenendo merce, entrando prima ancora di nascere all’interno delle logiche di mercato. In secondo luogo, una volta cresciuti i bambini sarebbero privati dei giusti punti di riferimento in assenza della figura paterna, particolare che si ripercuoterebbe sul regolare svolgimento della loro vita e creerebbe lacune difficilmente colmabili.

Il fronte delle proteste

All’interno dei partecipanti alla manifestazione indetta per la giornata di domenica non erano presenti però soltanto i fedeli cattolici. Il gruppo sceso in piazza era assai variegato, con i partecipanti provenienti da differenti culture e da diversi ambienti; particolare che sottolinea quanto sia compatto il fronte di opposizione alla riforma voluta da Emmanuel Macron.

Durante la manifestazione di domenica, i partecipanti hanno invitato la popolazione a presentarsi nella giornata di martedì davanti alle porte del Senato, all’interno del quale verrà effettuata la seconda lettura della proposta di legge. Nonostante gli stessi manifestanti riconoscono come facilmente la legge verrà convalidata, la volontà degli organizzatori risiede nel portare nelle piazze il disagio della popolazione verso una riforma che può compromettere le generazione future, che rischiano di essere private della presenza della figura paterna.

Inoltre, la mossa del governo di Philippe rischia di aprire ad un vero e proprio mercato attorno alla fecondazione assistita, con le grandi case mediche e farmaceutiche che trasformerebbero ovuli e feti in merci: situazione questa che la comunità cattolica del Paese non può assolutamente tollerare.

Macron è sotto attacco su più fronti

L’ondata di manifestazioni che ha caratterizzato il governo di En Marche! ha messo a dura prova la tenuta dell’esecutivo, che per mantenere la stabilità ha già dovuto ruotare oltre 10 ministri dal suo insediamento. I punti di attrito sulla popolazione sono sempre arrivati nei momenti in cui il piano di riforme voluto da Macron ha toccato i temi chiave del Paese: imposte indirette, sistema previdenziale e questioni legate alla famiglia tradizionale ed ai nuovi nuclei familiari.

Una parte del contrasto è dovuto alla forse eccessiva immobilità che ha avuto il sistema sociale francese negli anni scorsi e che non ha seguito le aperture che hanno caratterizzato invece gli altri Paesi dell’Unione europea. Dall’altra, è dovuto ad un’eccessiva fretta e dirompenza con la quale il governo ha voluto sviluppare il piano di riforme, mentre una implementazione più graduale avrebbe molto spesso limitato i contrasti. Tuttavia, la volontà dell’esecutivo di raggiungere il risultato nel più breve tempo possibile è stato sin da subito il tratto caratterizzante di En Marche!, in accordo anche con le promesse della campagna elettorale.

Tuttavia, il governo francese si ritrova ancora una volta sotto assedio, barricato all’interno delle mura dell’Eliseo ad osservare la folla che manifesta la propria opposizione alle volontà dell’esecutivo. La scena, che si ripete quasi senza sosta da oltre un anno a questa parte, evidenzia il forte distacco tra governo e popolo della Francia, in una situazione che sempre peggiorare sempre di più col passare delle settimane. Nonostante questa condizione, il governo francese continua il suo piano di riforme, sfidando la pazienza del popolo francese. La possibilità però che un giorno la popolazione della Francia giunga allo stremo sono elevate: e quel punto, per Macron diventerà difficile persino portare avanti l’ordinaria amministrazione.

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