Smantellata la “fabbrica” dei falsi invalidi, due arresti per truffa

C’era il cieco che leggeva la posta, il paralitico che guidava l’auto o faceva shopping nei negozi e persino un ballerino da discoteca con pensione di accompagnamento: questa è una parte dell’esercito di falsi invalidi smascherati dalla Guardia di finanza di Palermo.

L’indagine delle fiamme gialle denominata “Igea”, come la dea greca della guarigione, ha portato allo scoperto l’ennesima truffa ai danni del servizio previdenziale italiano. Due gli arrestati, R.A. 57enne di Terrasini, e A.F. 49enne di Camporeale.

Assieme ai due soggetti, definiti dagli inquirenti come al vertice di un progetto criminale “volto a compiere sistematiche truffe ai danni dell’Inps a vantaggio di numerosi soggetti che, in cambio di cospicue somme di denaro, hanno ottenuto indennità previdenziali e/o assistenziali, in realtà non spettanti“, sono finiti nei guai più di 33 complici fra impieganti dell’Inps, medici generici e specialisti, responsabili di Caf e persino alcuni componenti delle commissioni mediche Asl.

Il modus operandi e le fasi della truffa dei falsi invalidi

Le indagini della Gdf hanno permesso di ricostruire l’ormai collaudato ed infallibile modus operandi che permetteva ai truffatori di trovare ” potenziali clienti” per poi far ottenere loro un sussidio.

Lo scouting avvenina individuando persone bisognose o comuqnue disponibili a richeidere “aiuto” per il riconoscimento di un’indennità. Successivamente il “candidato” sarebbe stato messo in contatto con medici compiacenti capaci di redarre i certificati necessari a riconoscere la presenza di patologie “utili” a veder riconsociuto un sussidio.

Per evitare il rischio di una visita medica colleggilae, il “candidato” veniva dichiarato impossibilitato a raggiungere la sede della visita, costringendo i medici ad un controllo presso il domicilio. Qui entravano in scena alcuni dottori compiacenti o, nei casi in cui questi non fossero stati disponibili, il “candidaato” sarebbe stato istruito sul comportamento da tenere per sembrare a tutti gli effetti un portatore di handicap.

I truffatori infine, sarebbero passati a ritirare il loro compenso una volta riconosciuta l’indennità. Anche in questo caso la gang era ben organizzata, avendo un vero e proprio listino prezzi. Solitamente il compenso ammontava agli arretrati, cioè fino a 12 mensilità di assegno di invalidità.

Mentre l’autorità giudiziaria ha disposto il sequestro di 100.000 euro identificati attualmente come proventi dell’attività illecità, i reati contestati alla gang criminale variano dal concorso in truffa ai danni dello Stato, alla truffa aggravata per il conseguimento di contributi pubblici, il falso ideologico, fino al traffico di influenze illecite.

il giornale.it

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