Tesi copiata? All’estero i ministri si dimettono, in Italia la grillina Azzolina se ne frega

Si registrano soprattutto in Germania i casi in cui accuse di aver copiato stralci di tesi di laure o dottorato, come quelle che vengono rivolte alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, hanno costretto esponenti di governo alle dimissioni. Tra questi proprio una titolare del dicastero dell’Istruzione, Annette Schavan. La donna ha lasciato l’incarico nel 2013 quando emerse che la sua tesi di dottorato risalente al 1980. Il contrario di quanto fatto finora dalla ministra grillina.

La tesi copiata non è un peccato veniale all’estero

La tesi della Schavan conteneva oltre 100 passaggi copiati senza fonte. A mettere in particolare imbarazzo l’esponente Cdu, amica e alleata di Angela Merkel, il fatto che l’ex docente di teologia era stata particolarmente severa due anni prima nel giudicare il ministro della Difesa, Karl-Theodor zu Guttenberg colpito dalle medesime accuse. «Come una persona che si è guadagnata il dottorato 31 anni fa ed ha seguito molti altri candidati come docente, provo vergogna per lui». Lo aveva detto parlando dell’allora 29enne pupillo della Merkel. La cui ascesa fu bloccata dall’accusa di aver copiato, per il 70 per cento, la tesi di dottorato conseguito all’Università di Beyruth.

Nel mirino anche Ursula von der Layen

Non sono mancati poi in questi anni altri casi di accuse di plagio, che hanno portato però a dimissioni. Come quelle rivolte all’attuale presidente Commissione Ue, Ursula von der Leyen, quando era ministro della Difesa. Era finita nel mirino di Martin Heidigsfelder, il “ricercatore di plagi” tedesco che fece scoppiare i casi degli altri due ministri. L’esponente della Cdu fu accusata di aver sorpassato il “limite tollerabile” delle citazioni nella sua tesi di specializzazione in ginecologia nel 1991. Ma Von der Leyen si difese con forza accusando a sua volta gli “attivisti su internet. «Cercano di seminare dubbi sulle tesi di laurea dei politici».

Anche in altri Paesi europei negli anni scorsi accuse di plagio hanno portato a dimissioni eccellenti. Come quella del presidente della repubblica ungherese Pal Schmitt. Si è dimesso nel 2012 dopo essere stato accusato di aver copiato, 20 anni prima, la sua tesi di dottorato sugli sport olimpionici. Lo stesso anno finiva sotto accusa il primo ministro della Romania, Victor Ponta, per una tesi che sarebbe stata copiata per oltre il 50%. Due commissioni confermarono il plagio, ma il premier rimase al suo posto.

Anche Pedro Sanchez accusato di plagio

Uno dei casi più recenti di dimissioni di ministri per accuse di plagio si è registrato in Spagna. Nel 2018 la ministra della Sanità socialista, Carmen Monton, si è dimessa pochi giorni dopo che il giornale Abc aveva rivelato irregolarità riguardanti la tesi del master conseguito nel 2011. Nel giro di pochi giorni le stesse accuse vengono poi rivolte allo stesso premier socialista Pedro Sanchez, riguardo ad un presunto plagio delle sua tesi di dottorato conseguita all’Università Camilo José Cela di Madrid. Il titolo era “Innovazioni della diplomazia economica spagnola”. «È chiaramente falso», fu la netta replica della Moncloa che minacciava azioni legali a difesa “dell’onore e dignità del premier”.

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