La figlia della Boccassini condannata a 9 mesi per omicidio stradale

Si è conclusa – a distanza di oltre un anno – la drammatica vicenda che ha visto come protagonista Alice Nobili: patteggiamento a 9 mesi di reclusione per omicidio stradale più un risarcimento in denaro, di cui non è noto l’ammontare a causa della presenza di una clausola di riservatezza siglata tra le parti, destinato ai familiari della vittima.

La figlia dei noti magistrati milanesi Ilda Boccassini e Alberto Nobili, la sera del 3 ottobre 2018 era a bordo di uno scooter in viale Montenero a Milano e aveva investito Luca Voltolin mentre stava attraversando sulle strisce pedonali. Il medico infettivologo di 61 anni, inizialmente ricoverato in codice giallo al pronto soccorso per la ferita alla testa riportata cadendo a terra, nei giorni successivi era stato soggetto a delle gravi conseguenze poi culminate con il decesso.

A scatenare diverse polemiche era stato l’atteggiamento adottato da alcuni membri della polizia: nello specifico a essere coinvolto era stato Marco Ciacci, il comandante dei vigili urbani che in passato aveva collaborato anche con la Boccassini, accusato di essere intervenuto sul luogo dell’incidente “prima delle pattuglie”, commettendo così una violazione del codice di comportamento dei dipendenti pubblici. L’articolo 7 impone di astenersi “dal partecipare all’adozione di decisioni o ad attività che possano coinvolgere interessi propri, ovvero di suoi parenti, affini entro il secondo grado, del coniuge o di conviventi, oppure di persone con le quali abbia rapporti di frequentazione abituale”. Gli accusatori di Ciacci avevano raccontato che, dopo l’incidente, “non sarebbe stato eseguito l’alcol test, cosa che di norma, anche se non obbligatorio, in incidenti del genere andrebbe fatto”.

La rabbia

Le prime parole di Enrico Voltolin dopo la sentenza sono state: “Non basterebbe tutto l’oro del mondo per far tornare in vita mio padre”. Il figlio di Luca non è voluto entrare nel merito della decisione, ma si è limitato a dire che “si sa come sono le compagnie assicuratrici: per loro le cifre richieste sono sempremolto alte, per noi invece basse. Ma non voglio certo farne una questioni di soldi”.

Come riportato dall’edizione odierna di Libero, è stato toccata inevitabilmente anche la questione dell’intervento della polizia locale: “Lo so dove vuole arrivare, al fatto che all’investitrice non fu eseguito nessuno controllo sull’assunzione di alcol e sostanze stupefacenti. A questo punto si possono fare ipotesi. Avrebbero dovuto farlo, ma non esiste l’obbligo e indietro non si può tornare”. Adesso, con la sentenza del giudice dell’udienza preliminare Alessandra Di Fazio, è arrivata la parola fine a livello processuale.

il giornale.it

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