Migranti, nuovo appello del Papa: “Accogliete i naufraghi esausti”

Un nuovo monito del Papa all’accoglienza sferza l’Unione europea. Un occasione dell’udienza generale in Aula Paolo VI, Bergoglio è infatti tornato a invitare i governi a “essere sensibili ai tanti naufraghi della storia che approdano esausti sulle nostre coste”

“Anche noi sappiamo accoglierli con quell’amore fraterno che viene dall’incontro con Gesù”, ha poi continuato il Santo Padre sottolineando che questo “salva dal gelo dell’indifferenza e della disumanità”. Quindi, a questo proposito, ci ha tenuto a rendere omaggio all’accoglienza del popolo di Malta “i cui abitanti – ha detto – dimostrano una premurosa accoglienza. I maltesi sono accoglienti, sono un popolo buono”.

Quando all’inizio dell’Udienza generale, nell’aula Paolo VI, si è avvicinato per salutare i fedeli che lo stavano aspettando, c’è stato un simpatico siparietto tra Francesco e una suora. Come di consueto il Pontefice si è soffermato a strngere le mani e a benedire i rosari e altri oggetti. Percorrendo il corridoio che lo portava al palco, si è trattenuto davanti a una suora africana molto entusiasta che gridava “Viva il Papa!”. E Bergoglio, che nei giorni scorsi è finito nella bufera per aver schiaffeggiato una fedele che lo aveva strattonato in piazza San Pietro (guarda il video), ha detto (ovviamente scherzando): “Tu mordi! Io ti do il bacio ma tu stai tranquilla.. Non mordere!”. E poi ha baciato la suora. Poi, riprendendo il ciclo di catechesi sugli Atti degli Apostoli, ha incentrato la sua meditazione sul tema dell’accoglienza degli immigrati. “Non ci sarà alcuna perdita di vite umane in mezzo a voi. La prova del naufragio: tra la salvezza di Dio e l’ospitalità dei maltesi”, questo il titolo.

Nel corso della catechesi, papa Francesco ha sottolineato che “la navigazione incontra fin dall’inizio condizioni sfavorevoli” ricordando che “il viaggio si fa pericoloso e si è costretti a sbarcare a Mira, salire su un’altra nave e costeggiare il lato meridionale dell’isola di Creta” e che “Paolo consiglia di non proseguire la navigazione, ma il centurione non gli dà credito e si affida al pilota e all’armatore”. “Il viaggio prosegue e si scatena un vento così furioso che l’equipaggio perde il controllo e lascia andare la nave alla deriva – ha quindi continuato Bergoglio – quando la morte sembra ormai prossima e la disperazione pervade tutti, Paolo interviene. Egli è l’uomo della fede e sa che anche quel ‘pericolo di mortè non può separarlo dall’amore di Cristo e dall’incarico che ha ricevuto”. Durante l’Udienza generale ha anche spiegato che nel Vangelo di San Luca viene mostrato come il disegno che guida Paolo verso Roma metta in salvo non solo l’Apostolo, ma anche i suoi compagni di viaggio: “Il naufragio, da situazione di disgrazia, si muta in opportunità provvidenziale per l’annuncio del vangelo”.

Al naufragio segue poi l’approdo sull’isola di Malta i cui abitanti, come ha ricordato lo stesso Pontefice, “dimostrano una premurosa accoglienza. I maltesi sono accoglienti, da quel tempo, sono un popolo tanto buono”. In conclusione papa Francesco ha, infine, spiegato la morale: “Questa è una legge del Vangelo: quando un credente fa esperienza della salvezza non la trattiene per sé, ma la mette in circolo. Un cristiano ‘provatò può farsi di certo più vicino a chi soffre perché sa cosa è la sofferenza e rendere il suo cuore aperto e sensibile alla solidarietà verso gli altri”.

il giornale.it

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