La sardina romana Ogongo: “Noi aperti anche a CasaPound”

Si chiama Stephen Ogongo, ha quarantacinque anni, è nato in Kenya ma da un quarto di secolo vive in Italia.

E oggi è l’uomo di riferimento delle sardine a Roma. Ma l’impegno politico di Ogongo non nasce certo oggi, visto che nel 2018 ha dato vita a Cara Italia, “un movimento popolare antirazzista e multiculturale che mette insieme tutti – gli italiani e gli immigrati – che lottano per un Italia veramente multiculturale, multireligiosa, libera e dove regnano il rispetto della persona e la dignità umana, la giustizia e il rispetto dei diritti umani di tutti senza nessuna distinzione”, come si può leggere nel suo profilo Facebook.

E nei mesi scorsi è stato protagonista di più di un battibecco a distanza con Matteo Salvini, accusandolo addirittura di “istigazione all’odio”. Il tutto difendendo a spada tratta lo ius soli e lo ius culturae, ovviamente in aperta polemica con chi si batte contro la “cittadinanza facile” agli stranieri.

Il 45enne, alter ego capitolino de bolognese Mattia Santori, intervistato da Il Fatto Quotidiano, si è lasciato andare a dichiarazioni forse inaspettata, aprendo le braccia anche all’estrema destra: “Per me, almeno il momento, chiunque vuol scendere in piazza è il benvenuto. Che sia di sinistra, di Forza Italia o di CasaPound. Ai paletti penseremo dopo…”. Parole d’ordine, quindi, nessun paletto e porte aperte a tutti, basta che vadano in piazza nel nome della sardina.

Le sardine sono in agitazione, visto che sabato 14 dicembre si riuniranno proprio nella Città Eterna per la loro prima manifestazione nazionale: “A noi basta aver unito centinaia di migliaia di persone, che si sono ritrovate in modo spontaneo a dire no a un linguaggio politico pieno di odio e discriminazione. E poi le cose prendono pieghe che nessuno può immaginare…”. E sul fondatore e leader delle sardine spreca parole al miele: “Quello che ho sentito dire in televisione da Mattia e da altri rispecchia più o meno quello che diciamo tutti insieme in piazza”.

Ogongo, però, qualche idea sul futuro delle sardine ce l’ha eccome e la spiega al quotidiano diretto da Marco Travaglio: “A me piacerebbe che le Sardine diventassero un movimento per l’inclusione, per una società multiculturale, come il mio Cara Italia…”. Poi, però, il plenipotenziario romano delle sardine, fa (mezza) marcia indietro: “Per quanto mi riguarda le Sardine possono anche finire qui. L’importante è aver dimostrato che l’Italia ha gli anticorpi”.

il giornale.it

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