La mafia nigeriana vuole “prendersi” l’Italia: è allarme per le direttive che arrivano dalla “cupola”

«Prendersi l’Italia, dividerla in vari campi e insediarsi a seconda della matrice della gang». La Direzione distruttuale antimafia di Bari lancia l’allarme per le direttive che arrivano alla mafia nigeriana dal paese d’origine. Gli inquietanti scenari emergono dopo l’ultima, imponente operazione di polizia. Che ha portato all’arresto di decine di aderenti alla mafia nigeriana.

È  “la più forte” tra le organizzazioni criminali straniere che operano sul nostro territorio.  Questa l’opinione del procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Federico Cafiero De Raho. C’è una “cupola” che coordinerebbe chi opera sui singoli territori.

La marcia della mafia nigeriana in Italia è più che ventennale. La prima apparizione in Italia risale al 1995. «Ma bisogna aspettare la metà degli anni 2000 perché arrivino le prime segnalazioni degli 007 sulle attività criminali gestite dagli africani». Così si legge su il Giornale. «Nel 2011 è la stessa ambasciata nigeriana a Roma ad avvertire l’intelligence della presenza in Italia di referenti delle sette di Lagos e Benin City. La nostra penisola viene considerata da sempre come una base strategica».

«La prima condanna per associazione mafiosa arriva nel 2006 a Brescia. Ventitré nigeriani vengono accusati a vario titolo dei reati più disparati, compresi quelli “commessi con l’obbiettivo di imporsi nel controllo del territorio in danno di altri gruppi criminali. Per la Dia la mafia nigeriana rappresenta una minaccia “molto alta”».  «Il presidente della commissione parlamentare Antimafia  ha invocato la costituzione di una “task force” contro la mafia nera». 

La mafia nigeriana ha cominciato a espandersi sotto l’ala di Cosa Nostra. Per poi acquisire una sua  autonoma potenza. Il clan nigeriano addirittura  produce  direttamente  la droga sintetica. Ancorché la venda comunque  con il consenso delle mafie italiane. Il clan “Black Axe” è il cuore della mafia nigeriana nel nostro Paese. E il primo fatto preoccupante è che conta centomila affiliati.

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