Sondaggi, centrodestra a valanga. E metà degli italiani non vuole Conte

Il mese di novembre ha condizionato inevitabimente tutti gli scenari politici: la scorta a Liliana Segre, il movimento delle sardine, la presentazione di Azione di Carlo Calenda, il voto su Rousseau riguardo le elezioni Regionali in Calabria e in Emilia-Romagna, il botta e risposta tra Conte e Salvini sul Mes.

Il clima politico ha ovviamente subito dei mutamenti, ma il giudizio sul governo è rimasto sostanzialmente stabile: il 37% approva l’esecutivo (+1%) mentre la maggioranza (52%) si esprime negativamente (+2%) e coloro che non si esprimono rappresentano l’11% (-3%). L’indice di gradimento si attesta a 42. A rivelarlo è il sondaggio Ipsos per il Corriere della Sera.

Partiti

La Lega resta il primo partito del Paese, ma deve fare i conti con un brusco calo (31,9%, -2,4). Seguono il Partito democratico (18,1%, +0,9), il Movimento 5 Stelle (16,6%, -1,3) e Fratelli d’Italia (10,6%, +0,8). Chiudono la classifica Forza Italia (stabile al 6,2%), Italia Viva (5,3%, -0,9), Europa Verde e Azione (2,3%), Sinistra italiana (2%) e +Europa (1,2%). La fazione più votata resta quella degli astenuti/indecisi, che si attesterebbe al 40,5%. Si tratta del risultato più alto registrato da giugno; inoltre è un indicatore di come la politica sia diventato sintomo di disorientamento e disillusione.

Leadership

Cambiamenti importanti per quanto riguardo le opinioni sui leader politici: al primo posto Giuseppe Conte, apprezzato dal 43% degli italiani, ma arretra di 6 punti nell’indice di gradimento (47). Drastico calo per Matteo Salvini, che perde 8 punti e passa da 45 a 37. Boom di Giorgia Meloni, che sorpassa il segretario federale del Carroccio e si porta al secondo posto a quota 40. A seguire Franceschini con indice 27, Bellanova e Speranza appaiati a 23, Nicola Zingaretti stabile a 20, Luigi Di Maio con 18 (in calo di 6 punti), Silvio Berlusconi con 17 (-1) e Matteo Renzi con 10 (-6).

Il lieve calo del presidente del Consiglio potrebbe essere dovuto al suo recente maggiore protagonismo, che avrebbe potuto contribuire al superamento dell’immagine istituzionale super partes. La discesa del leader della Lega è riconducibile alla ricerca di nuovi temi e proposte, considerando che la questione migranti a distanza di un anno è passata dal 45% al 28% nelle priorità degli italiani. Il ministro degli Esteri deve fare i conti con le divisioni interne e i rapporti non proprio sereni con il premier. Il fondatore di Italia Viva paga anche le polemiche sul finanziamento della fondazione Open.

il giornale.it

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