Regionali in Calabria, Rubbettino inguaia Zingaretti: “Mi ritiro”

La Calabria rovina la festa di Zingaretti e del Pd. A poche minuti dall’assemblea nazionale del partito, evento conclusivo della tre giorni bolognese ideata per lanciare la corsa del governatore emiliano Bonaccini, per il segretario dem arriva la doccia fredda: Florindo Rubbettino, editore 48enne che Zingaretti aveva proposto per la candidatura a presidente della Regione Calabria, si ritira e lancia una dura accusa al centrosinistra, alle prese con “una lotta dilaniante in cui non si vede volontà di ragionare”.

Per il Pd nazionale e calabrese è una botta d’arresto preoccupante, perché Zingaretti aveva puntato tutte le sue carte su Rubbettino e ora non sembra avere candidati alternativi in grado di accettare la sfida, quando mancano ormai poche settimane alle presentazione delle liste per le Regionali calabresi, in programma per il 26 gennaio, come per l’Emilia.
Zingaretti aveva incontrato Rubbettino giovedì scorso al Nazareno. L’editore, consapevole fin da subito della difficoltà della partita, si era preso tre giorni di tempo prima di sciogliere la riserva. Alla fine, la sua risposta è stata negativa.

Rubbettino ha infatti avuto modo di tastare con mano la crisi del Pd calabrese, diviso tra i filo zingarettiani e l’area che invece si riconosce nelle posizioni del governatore in carica Mario Oliverio, che sembra intenzionato a ricandidarsi malgrado il secco no ricevuto dal suo partito.
Ma a pesare sulla scelta del giovane imprenditore è stato anche l’orientamento espresso dal Movimento 5 stelle, che ha più volte ribadito la volontà di correre da solo e di non siglare alcuna alleanza con il Pd.

Solo qualche giorno fa il coordinatore pentastellato, Paolo Parentela, ha confermato il veto rispetto a qualsiasi nuovo patto giallorosso: “Non avevamo e non abbiamo intenzione di dialogare con i dem. Non basta scaricare Oliverio per cancellare i disastri fatti in Calabria dal Pd. Credo, inoltre, che non si siano neanche i tempi tecnici per sedersi e discutere con una forza politica che ancora non ha in testa un programma chiaro e serio”.

Senza il M5s e con Oliverio a fare da guastatore nel Pd, Rubbettino non avrebbe avuto alcuna chance di vittoria. Di qui al ritiro il passo è stato breve: “Purtroppo – ha spiegato l’editore – ho potuto constatare che non ci sono le condizioni nel quadro politico calabrese per fare tutto ciò. Il campo del centrosinistra è molto più diviso di quello che mi sarei aspettato. Da quanto si legge già dai primi segni sarei stato coinvolto in una lotta dilaniante in cui non si vede volontà di ragionare superando le divisioni tra partiti e all’interno degli stessi partiti, in cui non si sa nemmeno distinguere l’impegno civico per servire la propria piccola comunità, quella più prossima dove crescono i propri figli, dalle logiche di fazione”.
Discorso chiuso, dunque. Ora il Pd dovrà ricominciare daccapo.

Ma anche dalle parti del M5s non se la passano bene. Per domani è previsto l’incontro decisivo tra i parlamentari calabresi e Di Maio, nel corso del quale si dovrà stabilire la linea da seguire nelle prossime settimane. L’ipotesi accreditata da più parti è che i pentastellati scelgano la via del disimpegno e, quindi, il ritiro dalla competizione. Del resto, lo stesso capo politico, ormai da giorni, ripete la stessa formula come un mantra: “Alle Regionali ci presenteremo solo dove siamo pronti”. Non sembra il caso della Calabria.

il giornale.it

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