L’ultima della Cirinnà: “Quote Lgbt nelle giunte e nei governi”

Monica Cirinnà torna alla carica. La senatrice del Partito democratico nella giornata di ieri, venerdì 15 novembre, è stata ospite all’incontro tenutosi a Ferrara presso la sala macchine della Factory Grisù, in via Poledrelli, dove è stato fatto il punto della situazione a distanza di tre anni dall’approvazione della legge 76/2016 relativa alle unioni civili.

La dem – dopo aver esordito dicendo che “non ci sono differenze tra le diverse famiglie” – si è ritenuta estremamente soddisfatta poiché, di fronte alle circa 12mila unioni celebrate, “ho fatto la felicità di 24mila persone”. Ma non sono mancate ovviamente proposte alquanto discutibili: “Se ci fosse la lobby gay, avremmo già il matrimonio egualitario, avremmo le adozioni per tutti, avremmo la legge contro l’omofobia. Se esistesse davvero questa pericolosa lobby gay, noi saremmo un Paese civilissimo con leggi uguali per tutti e non staremmo a pregare nelle giunte o nei governi di avere la parità 50% uomini e 50% donne, dovremmo dire un terzo, un terzo e un terzo. Un terzo uomini, un terzo donne, un terzo comunità Lgbt. Ma siamo ancora a carissimo amico…”.

“Gestazione per altri”

Le unioni civili rappresentano “solamente il primo gradino per arrivare alle adozioni per tutti”. Infatti ha ribadito che la strada da percorrere è ancora lunga e, sconsolata, ha mandato una frecciatina alla Lega di Matteo Salvini: “Dopo un anno di governo gialloverde, anzi io lo chiamerei giallonero… Noi dobbiamo ripartire da noi, dalle nostre radici e dai nostri valori”. Ma non solo l’ex premier: nel mirino della Cirinnà è finito anche Romano Prodi, che recentemente ha accusato la sinistra di difendere i gay e non gli operai. “Mi dispiace abbia fatto quello ‘scivolone’, ma ha una certa età ed è rimasto indietro. Ma noi abbiamo giovani e guardiamo avanti e guardiamo al futuro”, la risposta della senatrice. Infine è stato trattato anche il tema della gestazione per altri, insultando chi si batte contro l’utero in affitto: “È un tema divisivo: ci sono femministe con la clava e quelle più avanzate e moderne”. A suo giudizio tale questione in Italia “si è cominciata a trattare per demolirla dalla legge delle unioni civili e per togliere la possibilità anche dell’adozione del livello infimo”. Il tutto accusando “i cattolici più oltranzisti e le femministe più oltranziste”.

Sulla questione è intervenuto Umberto La Morgia, che ha criticato duramente la proposta sulle quote Lgbt: “È così che si crea una società equa? È così che si includono le persone? Io non credo proprio. Così come trovo umilianti per le donne le quote rosa, che sviliscono i meriti della persona, troverei umiliante sentirmi una quota arcobaleno”. Il consigliere gay leghista di Casalecchio di Reno, contattato in esclusiva da ilGiornale.it, ha tuonato senza giri di parole contro la Cirinnà: “Nel suo mondo chi smonta le sue idee non conta, è retrogrado, oscurantista, personaggio da archeologia e preistoria con tanto di clava, anche se di sinistra. Insomma, la Cirinnà ancora una volta si rivela inclusiva sì, ma solo di chi la pensa come lei. Una vera icona della sinistra italiana di oggi”.

il giornale.it

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