Dalle sigarette alle auto: nuova pioggia di “microtasse”

Plastic tax un po’ depotenziata e una nuova tassa su cartine e filtri per sigarette. Stretta sulle detrazioni sanitarie per i redditi più alti e una stangata sulle auto aziendali.

Ieri, a due giorni dal vertice di maggioranza che avrebbe dovuto sciogliere tutti i nodi, la legge di Bilancio era ancora un cantiere aperto e gli animi nella maggioranza tutt’altro che pacificati.

Superata la rigidità iniziale, complice la sconfitta elettorale umbra, il premier Giuseppe Conte e il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri hanno aperto a modifiche, mentre su altri fronti, in primo luogo Radio Radicale, il confronto si è incagliato.

Il leader del M5s Luigi Di Maio ha incassato una riconferma della flat tax per le partite Iva al 15%, mantenendo il meccanismo in vigore per determinare l’imponibile. Intesa incassata anche sul fondo famiglie e sul taglio del cuneo fiscale. Partirà da metà 2020 e peserà per circa 40 euro sulle buste paga.

Tensioni sulla tassa sui prodotti monouso in plastica. Italia Viva, con Luigi Marattin, ha respinto la formulazione della bozza e ha annunciato una battaglia contro le «microtasse» in Paramento.

Un clima tutt’altro che pacificato, insomma per ragioni politiche, ma anche di merito, visto che nel disegno di legge di Bilancio, ancora in versione provvisoria, sono spuntate altri mini balzelli.

L’ultima è quella sulle cartine e i filtri per le sigarette: saranno assoggettati a un’imposta di consumo di 0,005 euro il pezzo contenuto in ciascuna confezione destinata alla vendita al pubblico. Previsto anche un aumento di 5 euro al chilo dell’accisa minima sui tabacchi lavorati. Escluse le sigarette elettroniche. È spuntato anche un aumento della tassazione sui benefit aziendali. Le auto concesse ai dipendenti in uso promiscuo finiranno nell’imponibile. Irpef e addizionali aumenteranno «di 2.143 euro per un dipendente che guadagna tra 28mila e 55mila euro lordi», ha denunciato Enrico Zanetti, ex viceministro all’Economia.

Anche sulla casa una buona notizia (la conferma della cedolare sociale al 10%), si accompagna a due novità poco piacevoli. «Nella bozza della legge di bilancio: manca il rinnovo della cedolare negozi e l’accorpamento Imu-Tasi è in pejus», denuncia il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa.

Mano pesante sui redditi anche sulle detrazioni. Il previsto taglio di quelle Irpef al 19% (una riduzione che parte dai 120 mila euro di reddito fino ad azzerarsi a 240 mila) varrà anche per le spese sanitarie. Ma saranno escluse le patologie più gravi, ha assicurato il viceministro all’Economia Antonio Misiani. Confermata la stretta sul contante. Solo le spese tracciabili saranno detraibili, con l’eccezione di quelle sanitarie. In farmacia, insomma, si potrà ancora pagare con monete e banconote.

Nel complesso gioco del dare e dell’avere (tutte le misure devono essere coperte) ci hanno rimesso anche le società concessionarie delle autostrade, con una stretta sull’ammortamento. Il rischio è che si fermino gli investimenti.

Proteste anche sulla plastic tax. Per Paolo Lamberti, presidente di Federchimica la tassa, anche nella versione depotenziata, avrà «ricadute devastanti sugli investimenti a favore dell’innovazione». Posizioni difficili da ignorare, che condizioneranno l’iter della manovra in Parlamento.

il giornale.it

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