Ratzinger smonta gli ambientalisti: “San Francesco non era un ecologista”

Joseph Ratzinger indica ancora la strada per la “minoranza creativa” della contemporaneità, che per Benedetto XVI è quella cattolica.

Una raccolta di omelie pronunciate dal pontefice emerito è uscita in questi giorni per le Edizioni Cantagalli.

Il titolo dell’opera è “I Sacramenti, segni di Dio nel mondo”. Si tratta di riflessioni liturgiche che l’ecclesiastico ha pronunciato durante il suo pontificato o mentre era ancora cardinale. Dal battesimo alla cresima, passando per il matrimonio, per l’ordinazione sacerdotale e per ogni altro sacramento previsto e presente nella dottrina, Joseph Ratzinger interpreta la realtà e il valore di questi “segni di Dio”, componendo quella che il curatore dei testi, ossia Elio Guerriero, ha definito una “guida alla vita cristiana”.

Avevamo già parlato della parte iniziale di questo componimento, che è quella dedicata al ruolo fondamentale esercitato dai muri: “La Chiesa ha mura. Il muro da una parte indica verso l’interno, ha la funzione di proteggere, raccoglierci e condurci l’uno verso l’altro”. Senza muri – osserva il pontefice emerito – non esistono porte. E Benedetto XVI benedice gli uni e le altre. Ma all’interno dell’opera in oggetto possono essere rintracciati anche ulteriori passaggi di stretta attualità.

In quest’epoca così densa di retorica ambientalista e di accostamenti tra l’ecologia cristiana e quello che inizia ad essere chiamato “gretathunberghismo”, per esempio, Joseph Ratzinger rilegge le vicende esistenziali di San Francesco:”Egli sapeva che non vi è niente di più grande, nessuna maggiore prestazione, nessun maggiore successo, nessun maggiore adempimento dell’umanità che imparare ad amare in pienezza e grandezza”. Siamo ancora nel novero delle caratteristiche che Ratzinger individua per definire il Santo di Assisi come quello “più simile a Cristo”. Ma le contingenze della modernità offrono forse un’ulteriore possibilità di approfondimento.

Sappiamo infatti come San Francesco e il francescanesimo vengano spesso strumentalizzati per far sì che gli ecologismi possano passare in quanto assoluto ideologico. Bene, Ratzinger stronca di netto quei tentativi, sentenziando:”Il suo cantico di frate sole, la lode del Creatore nello specchio della creazione risuona attraverso i secoli”. Poi la specificazione, che è forse quella di maggior interesse per le odierne fasi dialettiche:”L’uomo che lo cantò non era un trovatore sognante o un ecologista, come a volte ci viene presentato, ma uno che venne sottoposto a patimenti, che li volle sostenere per amore di Cristo per accostarsi come lui alla profondità dell’essere umano e al cuore di Dio”.

il giornale.it

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