Truffa dei concorsi di lavoro. Disoccupato si toglie la vita

Aveva penato per anni. Poi aveva deciso di rimettersi in gioco, iscrivendosi a un corso che prometteva un diploma da Oss facile da prendere e un lavoro sicuro.

E il ragazzo aveva sborsato duemila euro per pagarlo. Ma inseguiva un miraggio e quando ha capito di essere vittima di una truffa, realizzando che il titolo che aveva preso non valeva nulla, si è tolto la vita.

Lui non è che uno dei corsisti-vittime della maxitruffa scoperta dai Nas di Napoli, che ieri ha portato all’arresto di sei persone fra Calabria e Campania. L’accusa è per tutti di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e al falso e i pm di Castrovillari stanno valutando se contestare loro anche l’istigazione al suicidio. «La morte del ragazzo è precedente all’avvio delle indagini – ha sottolineato il procuratore capo Eugenio Facciolla -. Ma stiamo comunque approfondendo e verificando tutto». «Il giovane – ha chiarito il colonnello Vincenzo Maresca, comandante dei Nas di Napoli – era disoccupato da anni ed è stato sopraffatto dalla disperazione».

In manette sono finiti due dipendenti dell’Asp di Cosenza e 4 imprenditori, legali rappresentanti delle scuole di formazione Sud Europa, con sede in Calabria, SA.DRA. e Check Up Formazione, con sede in Campania. A inchiodarli, le denunce di alcune vittime di uno dei trenta falsi corsi organizzati fra il 2015 e il 2017, che hanno fruttato oltre 570mila, sottoposti ora a sequestro preventivo sui conti correnti della scuola Sud Europa e degli indagati.

Erano i due dipendenti dell’Asp di Cosenza a reclutare i corsisti. Le lezioni, però, erano virtuali e c’era qualche incontro nella sede dell’Ospedale Chidichimo di Trebisacce. «L’utilizzo delle sale degli ospedali chiarisce Facciolla era utile solo per dare parvenza di ufficialità alla truffa, che di fatto si stava mettendo in atto». I due dipendenti dell’Asp di Cosenza in questo contesto avevano un ruolo fondamentale perché, oltre al reclutamento, si occupavano del trasporto dei corsisti in Campania dove sostenevano l’esame di abilitazione. Agli indagati venivano fornite anticipatamente le soluzioni alle domande dei test degli esami finali e veniva raccomandato loro di impararle a memoria. L’esame era a Napoli, dinnanzi alla commissione ufficiale della Regione Campania, ignara del reale percorso formativo di queste persone. L’intero sistema fraudolento, infatti, era reso possibile dall’apporto determinante dei due sodali, rappresentanti di altrettanti istituti di formazione regolarmente accreditati presso la Regione Campania, il Sa.Dra. e il Check Up Formazione, i quali provvedevano a costruire un percorso formativo falso agli allievi, inserendoli negli elenchi dei propri corsi di Oss e Osss, e fingendo che avevano frequentato le lezioni teoriche presso le aule Sadra e/o Check Up ed i prescritti periodi di tirocinio presso le Case di Cura Villa Angela di Napoli e Ios Meluccio di Pomigliano D’Arco (NA), dove in realtà non avevano mai messo piede.

il giornale.it

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