Berlusconi smaschera i giallorossi: “Ora c’è il tassa e ammanetta”

I “quattro partiti comunisti”, che oggi siedono al governo, sono “il pericolo più grave dal 1994”.

Per questo Silvio Berlusconi ha deciso che sabato prossimo scenderà in piazza nella Capitale. Sarà lì, come lui stesso ha spiegato durante l’intervento a IdeeItalia, la convention di Forza Italia organizzata da Mariastella Gelmini, a “protestare contro questo governo e contro questi annunci che sono lesivi del nostro diritto alla libertà”. A spingere il Cavaliere a partecipare alla manifestazione romana promossa dalla Lega è stata, fra le tante motivazioni, “la dichiarazione” dell’esecutivo sul fatto che “l’evasione fiscale merita il carcere fino a otto anni”.

Intervenendo al convegno al Palazzo delle Stelline di Milano, Berlusconi non ha fatto sconti al esecutivo giallorosso. “Dal ‘tassa e spendi’, ‘spendi e tassa’ della sinistra si è aggiunto al governo il ‘tassa e ammanetta’, ‘tassa e metti in galera’”, ha denunciato il Cavaliere spiegando che, “siccome serve una sentenza di un giudice per mandare una persona in galera, chi deciderà sarà un certo signore che si chiama Piercamillo Davigo” (guarda il video). Il risultato? Ogni cittadino sarà “nelle mani della sinistra“. E per questo motivo, a detta del leader azzurro, ci troviamo di fronte a “un pericolo più grave di quello del 1994”, quando si rischiava cioè l’avvento dei comunisti al potere. Per quanto riguarda il quarto “partito di sinistra” che sostiene il premier Giuseppe Conte, e cioè Italia Viva di Matteo Renzi, non c’è alcuna possibilità che arrivi a fondersi con Forza Italia. “Matteo Renzi – ha argomentato – è un uomo di sinistra, che è nato e ha operato in un partito della sinistra, e tra noi e loro non c’è nessuna possibilità di intesa”. In secondo luogo, l’ex rottamatore è stato l’artefice di questo “governo delle quattro sinistre”, e questa è “una colpa molto grave che non possiamo dimenticare”.

Berlusconi ha poi parlato del lavoro che sta portando avanti al Parlamento europeo. “Sono stato espulso dal Parlamento italiano sulla base di una sentenza inesistente, ma ho deciso di candidarmi alle Europee comunque”, ha ricordato. “In Europa sto lavorando nell’interesse dell’Italia, questo spiega anche il nostro voto su Paolo Gentiloni che è di sinistra ma italiano, quindi lo abbiamo sostenuto anche perchè ho una stima personale nei suoi confronti”. Secondo il Cavaliere, in Europa e nel mondo intero, ad eccezione che per il presidente russo Vladimir Putin, “siamo di fronte ad una carenza assoluta di vera leadership”. Per questo auspica che il Partito popolare europeo (Ppe), a cui aderisce anche Forza Italia, deve stringere alleanze con i democratici, i liberali e quei sovrantisti che hanno “ancora una testa ragionevole come Viktor Orbàn e lo stesso Matteo Salvini“.

Fra i punti su cui serve insistere in Europa, Berlusconi ha messo in cima all’agenda “la politica comune sulla difesa” e la politica comune “sulla difesa dell’Europa dall’immigrazione“. Quest’ultima deve passare attraverso la “redistribuzione dei migranti”. Sul lungo termine, poi, il leader di Forza Italia ha suggerito di “riprendere in mano il progetto del padre fondatore Alcide de Gasperi”, di cui si sente “un legittimo erede”, con un’orizzonte lungo, come quello degli stessi padri fondatori “che pensavano agli Stati Uniti d’Europa”. Carcere gli evasori, il Cav: “Attacco alla libertà, per questo sarò in piazza”

il giornale.it

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