“Migranti morti in mare? Colpa della Marina”. Ed è scontro tra ong e Salvini

La morsa a tenaglia delle organizzazioni non governative è già in atto. L’attacco è alle autorità italiane e, in particolar modo, alla nostra Marina militare. La accusano di essere la causa della morte delle bimba di 5 anni che si trovava a bordo di un barcone in avaria a poche miglia dalle coste libiche.

“Sappiamo chi poteva salvarla e non l’ha fatto – denunciano su twitter i vertici di Mediterranea Saving Humans – la nave P490 ‘Cigala Fulgosi’ è sempre stata a poca distanza, ma ha aspettato”. Accuse che sono state rilanciate in rete anche da Sea Watch e da Alarm Phone ma che si sono rivelate campate per aria e assolutamente false. “Sono infondate e diffamatorie le accuse contro i nostri uomini – ha commentato Matteo Salvini – anche in questo caso, come sempre e rispettando legge e morale, hanno soccorso chiunque fosse a rischio”.

Le pressioni sull’Italia sono iniziate ieri pomeriggio quando da un barcone “in grave difficoltà” è partito l’sos. Questa mattina è arrivata la notizia della morte di una bambina che si trovava a bordo. E, proprio mentre la Marina italiana salvava un’ottantina di immigrati in pericolo, le ong l’hanno messa sotto accusa per non essere intervenuta prima. “La nave P490 dell’Italian Navy stava monitorando la situazione da ieri mattina e sarebbe potuta intervenire un giorno prima”, ha accusato Alarm Phone su Twitter. “La nave P490 ‘Cigala Fulgosi’ è sempre stata a poca distanza, ma ha aspettato”, ha subito fatto eco Mediterranea Saving Humans spiccando, poi, un vero e proprio atto d’accusa contro i nostri militari: “Sappiamo chi poteva salvare la bambina e non l’ha fatto”. Peccato che, a salvataggio ultimato, è risultata tutta una montatura. “Non c’è nessuna vittima”, fanno sapere dalla nave “Cigala Fulgosi” che è attualmente impegnata nell’operazione “Mare Sicuro” insieme ad altre unità aeronavali della Difesa.

Sea-Watch Italy@SeaWatchItaly

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Morte in diretta di un naufrago: nel #Mediterraneo si muore così.

Almeno una persona è annegata lo scorso 23 maggio.

In area, una nave della Marina che nonostante il nostro MayDay ha atteso l’intervento dei libici.@fabiotonacci Repubblica Tv@RepubblicaTvIl video denuncia della Sea Watch: migrante annega nel Mediterraneo https://larep.it/2HHRS4h 5410:16 – 30 mag 2019Informazioni e privacy per gli annunci di Twitter56 utenti ne stanno parlando

La fake news della bambina morta a bordo del barcone in avaria è solo l’occasione per rilanciare le accuse che nelle ultime ore la Sea Watch sta sollevando contro la Marina Militare italiana. In un video, subito rilanciato da Repubblica, viene ripresa da un loro elicottero la morte di un immigrato che lo scorso 23 maggio è affogato nell’area “Search and Rescue” di responsabilità dei libici (guarda il video). Come oggi contro la nave P490 “Cigala Fulgosi”, l’ong tedesca punta il dito contro il pattugliatore d’altura P492 “Bettica”. “Abbiamo riprovato diverse volte a rimetterci in contatto con la Bettica, abbiamo usato anche le frequenze dell’aviazione – è l’accusa – ci hanno sentito e risposto da Malta, ma non dalla Bettica che pure era molto più vicina”. Secondo la loro ricostruzione ci sarebbero “52 minuti di buco” dal momento in cui viene lanciato il mayday a quando il pattugliatore risponde. “Quell’uomo, e altri che potrebbero essere annegati nell’attesa, potevano essere salvati?”, si chiede Repubblica. Per Luca Casarini, poi, “le autorità italiane che dicono ‘devono intervenire i libici’ stanno commettendo una grave violazione dei diritti umani”. “Non si capisce perché la nave italiana, che ha anche mandato un elicottero a sorvolare il barcone, non sia intervenuta – è l’accusa dell’ex tuta bianca del G8 di Genova che ha armato la Mare Jonio – la situazione è agghiacciante e il risultato è che le persone muoiono nel Mediterraneo”. Le immagini del naufragio del 23 maggio in un video di Sea WatchPubblica sul tuo sito

La bufala della bimba morta e le conseguenti accuse mosse dalle ong hanno mandato su tutte le furie la Marina che ogni giorno opera nel Mediterraneo per salvare le vite degli immigrati che si trovano in difficoltà. Al fianco dei nostri militari si è subito schierato Salvini che ha bollato come “infondate e diffamatorie” le accuse mosse dai fan dell’accoglienza. Anche nel caso del barcone salvato questa mattina, secondo quanto ricostruito dal ministero dell’Interno, sono state soccorse tutte le persone che erano in pericolo “rispettando legge e morale”. Per il leader leghista è, dunque, “incredibile” che venga dato credito a “provocazioni e illazioni delle solite ong a cui finalmente abbiamo tagliato il business” e che, ha ricordato, “sono sotto inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. “Difendiamo l’onore della Marina”, ha, infine, concluso ribadendo l’indisponibilità dei porti italiani per accogliere i clandestini.

il giornale.it

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