Sea Watch, Salvini contro Patronaggio: “Denuncio chi ha aperto i porti”

“È un Paese strano…”. Matteo Salvini non si lascia andare allo sconforto, ma è ancora visibilmente irritato per quanto accaduto ieri.

Lo sbarco non programmato degli immigrati che si trovavano a bordo della Sea Watch avrà sicuramente conseguenze pesanti. Contestualmente al sequestro della nave, la procura di Agrigento guidata da Luigi Patronaggio ha chiesto di trasbordare i clandestini e affidarli alla Questura, andando contro la volontà del ministro dell’Interno che lo è venuto a sapere a cose fatte, mentre era ospite di Giletti a Non è l’Arena (guarda il video). “Se c’è favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, chiunque agevoli sbarchi di immigrati irregolari dovrà vedersela con la legge”, ha avvertito il vicepremier leghista rispondendo ai microfoni di Coffee break alla domanda se avesse intenzione di denunciare Patronaggio.

Per Salvini far scendere altri immigrati dalle navi delle ong è “un segnale pericoloso”perché, “se gli scafisti vedono che ce la fanno, mettono altre donne e bambini in acqua”. Il colpevolo, a questo giro, ha un nome e un cognome: Luigi Patronaggio, il procuratore di Catania che in passato aveva già indagato il ministro dell’Interno accusandolo di sequestro di persona per il caso della nave Diciotti. “Non gli sono in massima simpatia”, ha ironizzato il vice premier leghista che sull’affaire Sea Watch vuole andarci a fondo prima di tutto per capire se dietro c’è la manina dei Cinque Stelle e in secondo luogo per inchiodare la magistratura ai propri blitz che valicano l’operato del governo. “Il procuratore ha preso questa iniziativa, senza avvisare il ministro dell’Interno che non ha dato alcuna autorizzazione”, ha denunciato il vice premier leghista su La7. “Se c’è favoreggiamento, chiunque agevoli gli sbarchi di immigrati irregolari dovrà vedersela con la legge”. Sea Watch, Salvini: “Non doveva sbarcare”Pubblica sul tuo sito

Ora che la Sea Watch 3 è stata sequestrata, Salvini pretende dalla procura di Cataniaun’azione eclatante per mettere fuori gioco l’ong tedesca. La stessa imbarcazione era già stata sequestrata. Eppure, una volta tornata in libertà, aveva ripreso le scorribande nel Mar Mediterraneo. “Le navi pirata illegali – ha intimato a Coffee break – devono essere messe in condizioni di non essere più utilizzate”. E alle politiche buoniste dei “porti aperti”, ha quindi contrapposto le politiche del rigore. Che fin qui “hanno salvato vite”. E, snocciolando i dati del Viminale, ha zittito chi in queste ore continua a criticarlo: “I numeri dicono che grazie alla politica del rigore e dei porti chiusi abbiamo ridotto del 90% i morti e i dispersi in mare e non solo gli sbarchi. I porti aperti creavano il disastro, come ricorda Papa Francesco, la politica dell’attenzione salva vite”.

il giornale.it

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