Divorzio, nuovi criteri per l’assegno di mantenimento

In dirittura d’arrivo le nuove regole sull’assegno di mantenimento dopo il divorzio.

Si è concluso, in commissione Giustizia della Camera, l’esame degli emendamenti alla proposta di legge che dovrebbe modificare numerosi criteri sugli assegni di mantenimento.

Il testo (relatrice Alessia Morani del Pd), che ha avuto un ampio consenso tra maggioranza e opposizione, è in attesa del parere delle altre commissioni competenti prima di affrontare il voto dell’Aula. La commissione II ha stabilito che l’assegno verrà interrotto nel caso in cui l’ex coniuge vada a convivere con un nuovo partner o si risposi; dunque il nuovo criterio sarà quello delle “condizioni personali ed economiche in cui i coniugi vengono a trovarsi a seguito della fine del matrimonio”. Inoltre, potrebbe essere stabilito dal giudici un assegno di mantenimento a tempo qualora vi fossero “ragioni contingenti o superabili”, cioè difficoltà economiche giudicate temporanee.

Verrà modificato, inoltre, il criterio del “tenore di vita”, già messo in discussione dalla famosa sentenza Grilli della Cassazione; seguendo la suprema Corte, viene messo da parte il principio della conservazione del tenore di vita avuto nel periodo matrimoniale, preferendogli, invece, aspetti valutativi di carattere patrimoniale, il livello di formazione professionale o di esperienza lavorativa del diretto interessato. Pertanto, tra i nuovi parametri il giudice dovrà tener conto della durata del matrimonio, “la ridotta capacità reddituale dovuta a ragioni oggettive”, l’età e la salute dei due e il contributo per figli minori, disabili o non autonomi economicamente.


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