Ai prof dico: visitate i gulag

Cari professori… A scuola, parlare solo delle vittime del nazionalsocialismo e non di quelle del comunismo, significa dire una mezza verità.

E una mezza verità come questa, è una falsità. In danno, per di più, di giovani che vi danno fiducia.

Continuate dunque, cari professori, a celebrare il «Giorno della Memoria» (27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli del campo di sterminio di Auschwitz) e a ricordare la Shoah, le leggi razziali, le deportazioni. Ma ricordate ai giovani che esiste anche e anch’esso per una legge del nostro stato il «Giorno della libertà» (9 novembre, in ricordo dell’abbattimento del Muro di Berlino), giorno contro tutti i totalitarismi, compreso dunque quello sovietico. Così, fate sapere che, con una legge, è stato istituito anche il «Giorno del ricordo» (10 febbraio, in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata), ricordando la strage degli italiani, l’esodo dalle loro terre di istriani, nonché di fiumani e dalmati, nel secondo dopoguerra.

Dite giustamente agli studenti che i lager sono stati aperti già nel 1933. Ma ditegli, anche, che i gulag sono stati aperti ben prima, nel 1918, all’indomani della rivoluzione bolscevica. Altrettanto, ditegli che i campi nazisti sono stati chiusi nel 1945, ma i gulag ditegli altresì sono stati chiusi ben più tardi, nel 1987, dopo che solo nel 1960 l’Urss aveva abolito la «Direzione principale dei campi di lavoro correttivi» (lavori forzati).

Dite, professori, ai nostri ragazzi, che i campi nazisti hanno causato 15-17 milioni di morti, di cui 6 ebrei. Ma ditegli anche che le vittime dei campi sovietici sono state secondo il calcolo di Solzenicyn 60 milioni circa.

Dite ai giovani che Hitler era un sanguinario pazzo. Ma ditegli, anche, che Stalin non era da meno e che – per di più il dittatore rosso massacrò il proprio popolo, deliberatamente perseguendo l’obiettivo della distruzione dell’identità di ogni popolo dell’Unione sovietica (i kazaki di origine italiana non sanno neanche parlare l’italiano, infatti: non potevano impararlo) e di ogni classe dirigente.

Dite agli studenti che l’Urss ha conservato i lager, ma distrutto i gulag, cercando di cancellarne ogni traccia.

Fategli leggere, giustamente, il Diario di Anna Frank. Ma ditegli che c’è anche Arcipelago gulag di Solzenicyn, lungamente detenuto in uno dei campi sovietici e Premio Nobel.

Professori, continuate poi a portare gli studenti ad Auschwitz. Ma ricordatevi (e ricordate ai giovani) che esiste anche, ad esempio, il campo sovietico di Karaganda, grande come la Lombardia e il Piemonte messi insieme, non meno efferato di quelli nazisti. Tenete presente che, in tutti gli ex Paesi comunisti, sono oggi presenti dei «Musei della repressione» (Kazakistan, Georgia etc.) o «dell’occupazione» (Lituania, a esempio). Nella pagina pubblichiamo informazioni pratiche e notizie relative. Raggiungere i campi sovietici non comporta maggior difficoltà che raggiungere i campi nazisti. Non ci sono più alibi, per nessuno.

N.B. Lo scritto è redatto anche per le Autorità. Ricordino di presenziare, se invitate, anche alle celebrazioni del «Giorno della libertà» e del «Giorno del ricordo», oltre a quelle del «Giorno della Memoria», tutte ricorrenze ufficiali, nella nostra Repubblica, per altrettante leggi nazionali). Discriminazioni fra totalitarismi, specie da parte loro, non sono ammissibili.

il giornale.it

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