Stupratore seriale del Bangladesh viene assolto. Il motivo? Tanto assurdo da non crederci

Quando si tratta di stranieri e reati spesso ci troviamo a raccontare storie assurde, a cui si fa fatica a credere. Come quella che coinvolge uno stupratore, le sue vittime minorenni e un’assurda sentenza dei giudici.

Infatti se un italiano uccide il ladro – armato di piccone – del 39esimo furto in azienda che subisce in poco tempo viene accusato di “eccesso di legittima difesa”. Se invece un cittadino del Bangladesh residente in Italia violenta una serie di ragazze minorenni, viene assolto.

La storia incredibile viene dalla Francia. Secondo i giudici il cittadino straniero non avrebbe una cultura adeguata a comprendere il rifiuto da parte delle sue vittime. Non solo, non riuscirebbe a comprendere nemmeno la differenza tra minorenne e maggiorenne e tutto quello che ne consegue.

Un rifugiato del Bangladesh colpevole di aver stuprato nel 2015 una ragazzina di 15 anni a Saint-Lô, è stato assolto perché, secondo i giudici non era in possesso dei “codici culturali” per “prendere coscienza dell’assenza di consenso da parte della vittima al momento dei fatti”. A far cambiare idea alla corte non è servito neppure il fatto che l’uomo era già stato condannato a due anni di carcere per violenza sessuale ai danni di un’altra ragazza minorenne.

E nemmeno le dichiarazioni del capitano della polizia di Saint-Lô che, secondo quanto riferisce Le Figaro, ha confermato davanti ai giudici come l’uomo fosse un “violento”, avesse un comportamento da “predatore”, e considerasse “le donne francesi come delle puttane”.

L’uomo, secondo una perizia degli esperti, inoltre, sarebbe permeato della “cultura maschilista del suo Paese d’origine, dove le donne sono relegate allo stato di oggetti sessuali”. Si fa fatica a definirla “cultura”. Eppure, secondo i giudici, sarebbe stata proprio questa “attitudine culturale” a risparmiargli le manette.

Perché si possa parlare di stupro, infatti, il Codice penale francese impone che si verifichino “violenza, costrizione e minaccia”, mentre l’adolescente, per la corte, si sarebbe sì rifiutata a parole ma, in stato confusionale, non avrebbe avuto la forza di opporsi all’atto in sé. Per questo l’uomo non avrebbe avuto la percezione del rifiuto e quindi parlare di violenza, a parere delle toghe, non sarebbe corretto.

È ora che in Europa questa farsa finisca e si prendano misure che prevedano pena certa, espatri immediati e divieti di ritornare in territorio europeo. È ora di smetterla di essere lo zimbello del mondo in nome di un buonismo che finirà per distruggerci.

Fonte: Il Giornale

 

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