Tre femminicidi a settimana. Sale l’età media delle vittime

Tremilacento donne uccise in Italia dal 2000 a oggi. Più o meno tre alla settimana, nel 77% dei casi vittime di un familiare e nel 92 di un uomo.

Numeri, e questa è l’unica buona notizia, in calo. Da gennaio alla fine di novembre 2018 il conteggio vede 77 vittime, dato che attesta una diminuzione dell’8% rispetto al 2017. Nel contempo aumenta l’età media delle vittime che sale a 50,8 anni, una su 3 è over 65, 8 quelle sopra gli 80, una addirittura sopra i 100.

É l’associazione Sos Stalking, su dati Eures, a stilare il bilancio della violenza sulle donne. Gli aggiornamenti Istat nel report Le vittime di omicidio, relativi al 2017, chiariscono che l’80,5% delle donne uccise è vittima di una persona che conosce, precisando che «le percentuali sono stabili nel tempo». Nel 43,9% dei casi è un partner (35,8% attuale, 8,1% precedente), nel 28,5% un parente (inclusi figli e genitori) e nell’8,1% un’altra persona conosciuta. Le donne straniere sono uccise più di frequente dai loro partner o ex partner rispetto alle italiane (rispettivamente 58,3% e 40,4%) e meno da altri parenti (20,8% per le straniere e 30,3% per le italiane). I numeri oscillano di qualche unità di anno in anno, ma la strage, seppur con picchi come nel 2013, non si placa: nel 2016 in Italia sono state uccise 115 donne, il 2015 ha visto 120 vittime, 117 donne sono state uccise nel 2014 e 138 nel 2013. E, come sempre, ci sono variazioni da regione a regione. Dati che a novembre 2018 confermano il poco lusinghiero primato della Lombardia, con il numero più alto di donne assassinate, 16, seguita da Campania con 10, Piemonte con 9, Lazio, Toscana e Veneto con 5, Liguria, Trentino ed Emilia Romagna con 4 vittime, Puglia, Abruzzo, Calabria Basilicata e Marche con 2 femminicidi per regione e Friuli e Sardegna con un omicidio. Nessun caso registrato in Umbria, Valle D’Aosta e Molise. Una commissione parlamentare d’inchiesta, presentata a fine 2017, ha evidenziato come quasi 7 milioni di donne abbiano dichiarato di aver subito una violenza fisica o, peggio, uno stupro. Una su 5 ha riportato danni permanenti.

Il sottosegretario con delega alle Pari opportunità Vincenzo Spadafora smentisce ipotetici tagli. «Il precedente governo ha lasciato un piano strategico antiviolenza da libro dei sogni, senza esplicitare quali azioni intraprendere e con quali fondi finanziarle. Per dare concretezza a quel piano, l’attuale governo ha istituito una Cabina di Regia con interventi che avranno una natura flessibile e dinamica» «Chiariamo subito – aggiunge Spadafora – che nella legge di Bilancio non sono stati apportati tagli ai fondi per la lotta alla violenza di genere, se non una quota minima del 2,7% operata dal Mef su tutte le amministrazioni, come ogni anno. Presto, dunque, alle Regioni saranno erogati i 20 milioni stanziati nel 2018 per i Centri antiviolenza, mentre nelle previsioni di bilancio 2019 il Dipartimento per le pari Opportunità può contare su 33 milioni di euro».

il giornale.it

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