Tajani: “Questa Unione non è efficace e va cambiata, solo così si salverà”

L’arma più efficace per salvare l’Unione da chi la vuole distruggere sono “risposte efficaci“. Su immigrazione, sicurezza, disoccupazione o cambiamento climatico.

Non ha dubbi il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. Che aggiunge: “Con onestà, dobbiamo dire che quest’Unione è lungi dall’essere efficace“. Lo ha scritto nel suo saluto a Lorenzo Robustelli, direttore di Eunews, e ai partecipanti della quinta edizione del convegno “How can we govern Europe”, in corso a Roma, fino a domani, nella Sala Capitolare del Senato.

Distruggere questa Unione sarebbe un errore

Avverte così i suoi ascoltatori Tajani e spiega che “distruggere quanto realizzato finora” potrebbe essere “un grave errore“. Probabilmente fatale per l’Unione e i suoi cittadini. “Dobbiamo essere alfieri di un profondo rinnovamento non più rinviabile“, ha continuato. Che, come prima riforma auspica quella del “ritorno al primato della politica“. Perché, secondo il presidente, “i cittadini vogliono che a guidare la macchina siano i rappresentanti che hanno eletto“. Ed è convinto che la migliore risposta da dare a chi vuole cancellare l’Unione e i suoi valori sia quella di “ottenere i risultati, senza i quali i cittadini ci volteranno le spalle“. Cita la riforma di Dublino, “che non può aspettare“, un mercato interno “più equo dove tutti, anche i giganti del web, paghino le tasse e rispettino le regole“, la protezione della creatività, il completamento dell’Unione Bancaria, una governance economica efficace e democratica e un commercio “aperto ed equo“. Ma parla anche di notizie false e del pericolo insito in questi meccanismi, soprattutto in ambito elettorale: “Dobbiamo batterci anche affinché la prossima campagna elettorale non sia contaminata dalle fake news, mirate a manipolare la libertà dei nostri cittadini“.

Cambiare questa Europa

Per rispondere a sfide di portata epocale“, continua Tajani, “l‘Europa va cambiata“. Secondo il presidente è necessaria un’Europa “più politica, che sia davvero capace di dare risposte efficaci ai cittadini“. Perché “una politica incapace di rispondere al diffuso senso d’insicurezza alimenta la rabbia e facilita il lavoro dei venditori di illusioni“. E per farlo, sostiene Tajani, è necessario “ripartire dalle conquiste importanti ottenute negli ultimi 70 anni e di cui siamo fieri“. Si riferisce alla pace, alla prosperità, alla libera circolazione e alle frontiere aperte, anche se il presidente sembra consavole che gli ultimi dieci anni di cresi hanno frenato questo “processo virtuoso“.

Poco spirito di solidarietà

A essere venuto meno è, secondo Tajani, “lo spirito di solidaerità tra Paesi“, che definisce il “vero motore del processo di integrazione“. Il presidente ha ricordato che l’Italia ha perso un quarto della base manifatturiera e un terzo degli investimenti: “Per la prima volta, da decenni, le nuove generazioni hanno prospettive peggiori dei propri genitori“.

La fiducia nel progetto europeo

Ma Tajani ha sottolineato come ancora numerosi cittadini credano nell’Unione. A testarlo è l’ultimo Eurobarometro del Parlamento, che “indica un numero, senza precedenti, di cittadini ritiene positiva l’appartenenza all’Ue”: “Anche in Italia, oggi non certo tra i Paesi più euro entusiasti, vi è una maggioranza crescente del 57% che considera positivamente l’euro mentre meno di un terzo degli italiani vorrebbe uscire dalla moneta unica”.

L’inganno dei sovranisti

Ha parlato anche di sovranisti e di muri, Tajani. Che ha ricordato di come le barriere, a volte, sembrino “antidoti rassicuranti contro una globalizzazione che sfugge al controllo dei cittadini“. Ma Tajani è convinto che queste ricette si rivelino, in realtà, “velleitarie all’esame della realtà“. E su questo non ha dubbi: “Chi propone di rafforzare la sovranità e promuovere gli interessi nazionali allentando o rompendo i legami con l’Unione inganna gli elettori“. Nelle previsioni di Tajani, un continente africano che nel 2050 avrà cinque volte la popolazione europea: “Nessuno stato può competere da solo con Usa, Cina, Russia o India e solo esercitando insieme una parte della sovranità nazionale, possiamo davvero proteggere i cittadini“.

il giornale.it

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