Le case riservate a immigrati pagate con i soldi degli italiani

Siamo a Calenzano cittadina di 17mila abitanti alle porte di Firenze, in un quadrilatero di strade dai toponimi canori: via Mia Martini, piazza De Andrè, via Tenco.

Qui dal 2011 il Comune gestisce una serie di alloggi destinati unicamente a soggetti stranieri non comunitari, case ad affitto agevolato solo per stranieri, ma realizzate con isoldi degli italiani.

Tutto ha inizio nel 2006, quando il Comune di Calenzano viene ammesso alla fruizione di un contributo pari a circa 655mila euro per la realizzazione, appunto, di residenze per cittadini non comunitari. Soldi stanziati dalla regione Toscana con un decreto dirigenziale mirato all’erogazione di conributi per la realizzazione di interventi finalizzati all’incremento e alla diversificazione dell’offerta di abitazioni in locazione, circa 50 milioni di euro di soldi pubblicidestinati a tutta la regione.

Successivamente, attraverso la partecipazione al progetto “Abitare il mondo” presentato assieme a diverse amministrazioni con capofila l’ente regionale, il Comune ottiene altri 200mila euro per la dotazione di attrezzature e impianti necessari all’apertura e alla completa utilizzazione della struttura, soldi questa volta finanziati dal Ministero della Solidarietà Sociale che aveva emanato un apposito bando.

L’immobile diventa quindi operativo e pronto ad accogliere cittadini stranieri di differenti nazionalità: albanesi, marocchini, algerini, tunisini, tutti “racchiusi” nello stesso stabile – “Con pochi contatti e relazioni con cittadini italiani” – puntualizza Baratti.

“Ma non avete ancora sentito la parte migliore” – dice il consigliere leghista al giornale.it – “dal 2011 ad oggi, il Comune di Calenzano ha speso quasi 14mila euro all’anno per pagare una cooperativa sociale con lo scopo di creare uno sportello di mediazione culturale atto ad esempio a dirimere le liti di condominio”.

Lo sportello al quale si riferisce Baratti è al centro di un’interrogazione che lo stesso consigliere ha indirizzato al Comune. “Quello che più mi ha colpito nella risposta dell’amministrazione” – dice il consigliere – “è il fatto che il numero di liti tra residenti che dovrebbe risolvere tale sportello non sia mai stato registrato in quanto statisticamente non rilevabile. Quindi nel caso vi fossero liti tra ‘vicini di casa’, abbiamo chi cerca di risolvere il problema a spese dei cittadini calenzanesi”.

Tra le varie attività svolte dalla cooperativa troviamo lo ‘Sportello di accoglienza’, un servizio che si svolge con la presenza fissa di operatori un giorno alla settimana con il compito di ascoltare le varie problematiche;

‘Accoglienza e inserimento nuovi residenti’, all’arrivo di nuovi inquilini viene svolta un’attività di supporto allo svolgimento delle pratiche relative agli allacciamenti delle forniture domestiche, alle regole di convivenza con gli altri condomini;

‘Segretariato sociale’, con attività di supporto alla ricerca del lavoro e formazione attraverso la creazione o aggiornamento del curriculum vitae, la ricerca di offerte su internet e utilizzo dello strumento telematico.

“Questa è l’ennesima dimostrazione di come vengono spesi i soldi dei cittadini” – ripete seccato Baratti -“Poi ci viene detto che i Comuni hanno ‘pochi euro’, come ha scritto il Sindaco sui social network in merito al sostegno al commercio locale”

“Ad oggi” – conclude il consigliere – “negli alloggi di Via Martini risiedono 31 cittadini non comunitari e 5 italiani, o meglio, 5 ex-stranieri che hanno acquisitio la cittadinanza dopo l’assegnazione dell’alloggio”

Non ci resterà quindi che attendere il 2020, anno della scadenza del vincolo di uso, per vedere se nei nuovi alloggi per stranieri pagati dai toscani, sarà permesso anche ai calenzanesi di entrare.

il giornale.it

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